giovedì 17 dicembre 2020

Perchè sogniamo ?

Perchè sogniamo ?

In tempi passati si credeva alla natura divinatoria e propiziatoria dei sogni, ma a partire da tempi più recenti, dall'Età della Ragione, si è cercata invece una spiegazione razionale, che potesse giustificare i sogni in termini fisiologici, trovandone un fine ed un ruolo nell'economia del nostro organismo.

Alcune teorie del secolo scorso spiegavano i sogni come manifestazione dei più profondi livelli di coscienza: l'inconscio, la sessualità, i desideri repressi.

Altre teorie invece spiegavano i sogni come un meccanismo attraverso il quale la mente riordina le esperienze vissute durante la giornata.

In questo post spiegheremo la natura dei sogni sulla base della teoria dell' Espansione della Coscienza.

Innanzitutto cerchiamo di chiarire qual'è la differenza tra la mente e la coscienza.
La mente è la depositaria dell'intelligenza, dei ricordi, delle nostre conoscenze e della nostra immaginazione.
La coscienza invece è semplicemente un involucro virtuale all'interno della mente, che separa il nostro mondo interiore da quello esterno, per garantire l'integrità e la percezione distinta di noi stessi.
Questo involucro consente un processo di osmosi, attraverso il quale comunichiamo con l'esterno in modalità bidirezionale.

Ora, in base a questa nuova teoria, la coscienza non è fissa, ma si espande e si comprime continuamente, come un palloncino all'interno della mente.

In particolare, quando noi dormiamo profondamente, la coscienza è compressa al massimo, cioè ridotta ad un puntino piccolissimo all'interno della mente, che non può contenere nulla, per cui noi siamo del tutto incoscienti, privi di mondo interiore.

Viceversa, durante la veglia diurna, la coscienza è espansa al massimo, occupa tutto lo spazio della mente, così che noi siamo vigili ed in grado di interagire con il mondo che ci circonda.

Tra lo stato di incoscienza e quello di veglia si verifica la fase intermedia di espansione della coscienza, durante la quale essa continua a spostarsi interagendo con un mondo esterno.

Ma con quale mondo esterno sta interagendo ???

In questa fase transitoria il mondo esterno si trova dentro la scatola cranica, nella nostra mente, non è ancora quello vero che si trova fuori di noi.
Ed è proprio da questa interazione con le immagini della mente che scaturiscono i sogni.

Il tutto verrà spiegato con il prossimo disegno: la ragazza e il coccodrillo.

In Figura 1 vediamo una ragazza che dorme profondamente.
In questa fase la sua coscienza è ridotta ad un puntino piccolissimo all'interno del suo cervello.
Di fronte alla ragazza c'è un coccodrillo, che nella sua mente è simile a Godzilla.

In Figura 2 vediamo che la ragazza comincia a svegliarsi.
In questa fase la coscienza comincia ad espandersi e ad interagire.
Il primo oggetto che incontra è Godzilla, quindi la coscienza interagisce con Godzilla all'interno della mente, credendolo reale. La ragazza sta sognando.

In Figura 3 ormai la ragazza è vigile.
Adesso la coscienza è espansa al massimo, occupa tutto lo spazio della mente, di conseguenza è in grado di interagire con il mondo esterno ed il coccodrillo.
Solo adesso la ragazza capisce che prima Godzilla non era reale, perchè era solo un sogno, mentre il coccodrillo è reale.




CONSEGUENZE DI QUESTA IPOTESI

1) La perdita di coscienza:
la prima conseguenza di questa ipotesi è che se esiste la fase di espansione della coscienza, dalla quale scaturiscono i sogni, allora deve esistere la fase inversa, di depressione e rimpicciolimento della coscienza, che avviene quando stiamo per addormentarci.
Questa fase corrisponderebbe allo stato di confusione che avvertiamo poco prima di dormire, e può essere rappresentata guardando prima la Figura 3, poi la 2 e poi la 1, del precedente disegno.
Se durante i sogni ci rapportiamo razionalmente con un mondo irreale, al contrario durante la fase di confusione ci rapportiamo irrazionalmente con il mondo reale.
Sarebbe interessante poter ricordare anche le immagini che scaturiscono da questo stato di confusione, ma purtroppo sono ancora più difficili da memorizzare dei sogni.
Infine è da notare che sotto l'effetto di droghe e sostanze chimiche, la coscienza può espandersi e comprimersi continuamente, generando sogni diurni, cioè allucinazioni, e confusione.

2) I sogni non hanno uno scopo:
questa nuova ipotesi implica il fatto che i sogni non abbiano uno scopo, ma che siano semplicemente l'effetto dell'espansione della coscienza nella mente. 
Se, da un lato, l'espansione della coscienza ha un fine, al contrario il sogno non lo ha. Esattamente come il rumore prodotto da una lavatrice.
La rotazione della lavatrice ha un fine, ma il rumore prodotto da essa non lo ha.

3) Il risveglio dopo un incubo:
a volte capita che ci svegliamo nel cuore della notte dopo aver avuto un incubo, dopodichè ci accorgiamo di avere sete, fame, freddo o sentiamo dolore.
In questo caso ci sembra che l'incubo sia la causa del risveglio, ma non è così.
E' il nostro organismo che ci costringe a svegliarci, per consentirci di provvedere ad una situazione di sete, fame, freddo o dolore, alla quale dobbiamo porre rimedio. L'incubo scaturisce solamente dall'espansione veloce della coscienza prima della veglia, per cui è un effetto, anche se noi, erroneamente, lo riteniamo causa del risveglio.

4) Sognare l'infanzia:
tra i sogni più ricorrenti ci sono quelli ambientati nella nostra infanzia, o comunque nel nostro passato prossimo e remoto. Questo avviene perchè mentre sogniamo la nostra coscienza non è ancora espansa al massimo, per cui si trova in uno stato provvisorio, particolare e ancestrale. Soltanto dopo aver raggiunto lo stato di veglia diventiamo consapevoli di noi stessi nello stato attuale.

5) Malattie mentali:
alcune malattie mentali, come disturbo bipolare, voci nella mente o semplici acufeni, sono spiegabili come casistiche in cui la coscienza non riesce ad espandersi del tutto. Alcune aree del cervello rimangono inesplorate a causa di ostacoli circolatori o neurologici. Di conseguenza la coscienza continua a percepirle come esterne e ad interloquire con esse. Da questo dialogo con aree isolate del nostro cervello scaturisce la presenza di un alter-ego,cioè il disturbo bipolare di una doppia personalità. Oppure voci alle quali dobbiamo obbedire. E ancora, nella migliore delle ipotesi, un semplice ronzio meccanico, un acufene, che costituisce la comunicazione con un'area isolata del cervello.

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