domenica 4 dicembre 2022

L'Uomo Pianeta - Il concetto di cratere








Rufus, Astrid, Kumiko...e l'Uomo Pianeta !
Ma c'è sempre qualcos'altro. Perchè il nesso degli estremi è posto come quello che è, non già gli estremi stessi.
"Uomo Pianeta, come sono possibili tutti quei crateri?" domanda Astrid.
"Sembra una stessa struttura che si ripete su tutta la superficie"
risponde l'Uomo Pianeta osservando il monitor.
Rufus è perplesso:
"Quei crateri sono sicuramente artificiali, perchè è statisticamente impossibile che una medesima forma si ripeta identica su tutta la superficie del pianeta".
"A meno che la superficie del pianeta sia omogenea e gli asteroidi che lo colpiscono siano identici tra loro" aggiunge Kumiko.
"No Kumiko" la corregge Rufus "perchè in tal caso dovrebbe essere identica anche la velocità, l'angolatura e la parte dell'asteroide che impatta, il che non è possibile"

L'Uomo Pianeta prende una decisione:
"Il possibile è un momento astratto, isolato, imperfetto del concetto, che non ha alcuna verità. Se invece vogliamo conoscere il vero, allora dobbiamo avvicinarci al pianeta per scoprire. Perchè il vero è l'assolutamente identico alla sua condizione, la cosa immediata, oggettivamente sostanziale."



Ancora una volta sta per essere commesso un crimine spaziale.
E ancora una volta l'uomo coi baffi cerca l'impunità.
Ma l'Uomo Pianeta impedisce che venga uccisa quella donna, così come in passato ha impedito che venisse ucciso il superstite della Setta dei Centri.
"Nessun delitto spaziale verrà commesso in presenza di Planet Man !"
"Ma non capisci Uomo Pianeta ?" domanda l'uomo coi baffi.
"Questi crateri potranno essere identici l'uno all'altro solo quando verranno eliminate tutte le caratteristiche che li rendono differenti. Solo così posso creare il concetto di cratere. Un concetto ha bisogno di universalità. Quindi è necessario che ci siano cose tutte uguali tra loro, da cui si possa astrarre un universale. Se invece sono sempre diverse, allora rimangono accidentali. Per fondare una città ho bisogno che ci sia una scienza, e per fondare una scienza ho bisogno di fondare i concetti"


Astrid scende sul pianeta per illuminare l'uomo coi baffi e mostrargli l'errore nel suo ragionamento. "Uomo coi baffi, c'è un malinteso !" esclama Astrid, che poi prosegue:
"Sul mio pianeta, la Terra, gli uomini hanno fondato città meravigliose e costruito palazzi giganteschi, scavati nella pietra, con milioni di finestre tutte uguali. Ora, osservando quella ripetizione sempre uguale, possiamo astrarre il concetto di finestra. Allo stesso modo, osservando milioni di mattoni tutti uguali, possiamo astrarre il concetto di mattone.
Tu dici che se esistesse un unico mattone, allora sarebbe un mero oggetto accidentale, da cui non potremmo astrarre l'universale. E' vero. Ma credi forse che quelle finestre e quei mattoni siano realmente uguali tra loro ? No, non lo sono. Basterebbe osservarli da vicino per accorgersene. Al microscopio potresti osservare che ogni mattone è diverso da un altro. Ognuno di essi è popolato da colonie di micro-organismi e batteri che sono diversi da quelli che popolano l'altro. Ognuna di queste micro-colonie ha la propria mitologia, la propria storia, i propri eroi e pionieri. Il concetto universale non esiste per il fatto che elimini fisicamente le differenze. Esiste invece nella tua mente, perchè è la mente a produrre l'universale. Non devi uccidere la donna che vive nel cratere per creare il concetto di cratere, ma guarda dentro di te e ne troverai i principi"


"Addio, perchè finalmente ho capito tutto !" dice l'uomo coi baffi.
"Addio, amici ! Addio e grazie !" dice la donna del cratere.
All'interno del veicolo spaziale, Kumiko sorride:
"Astrid, a quanto pare i tuoi processi cognitivi sono positivi, produttivi e sani, al punto che hanno orientato in modo costruttivo il dialogo con l'uomo coi baffi"
"E già!" risponde Astrid.
"Spesso affrontiamo i problemi nel modo sbagliato e questo atteggiamento è dovuto al fatto che non comprendiamo esattamente la realtà, ma ci trasciniamo in una spirale negativa"
Rufus si intromette nella conversazione:
"Adesso l'uomo coi baffi potrebbe innamorarsi della donna del cratere e sposarla. Sarebbe davvero molto bello. Sarebbero gli Adamo ed Eva di una nuova città."

"Ma quella nuova città, da sola, non sarà mai un nuovo mondo" chiosa l'Uomo Pianeta. "Perchè un nuovo mondo deve brillare nel cielo notturno di una luce che illumina le stelle più fioche. Le stesse che lo videro nascere, e che videro nascere il Sole che lo scalda. Altrimenti è un mondo che non esiste in sè. 
Ma solo in noi."

Storia e disegni di Leo001

mercoledì 16 novembre 2022

Le Storie di Leo - I due scherzosi

 

"Ma insomma Leo, possibile che tu non sapessi nulla dei Due Scherzosi, queste antiche divinità etrusche ?" 
gli domanda Andrea, davanti all'entrata del palazzo espositivo.
"No, non sapevo nulla di questa esposizione. Più che arte estrusca, sembrano sculture moderne, tipo Robert Muller" riflette Leo.
"Ma che ne sai Leo, che ne sai !" esclama Andrea.
"Se i biglietti li paghi tu, sarei anche disponibile a visitare la mostra !" 
propone Leo
"Sei proprio un amante dell'arte ! Entriamo !" chiosa Andrea.


"Porca loca ! Siamo in Italia ! Sono rimasti solo i due piedistalli !" esclama Andrea.
Proprio così. 
Dopo pochi minuti i passi dei due ragazzi smettono di rimbombare nel vuoto delle sale espositive, perchè si fermano davanti alla teca contenente i Due Scherzosi. Il vetro è stato frantumato e la teca è vuota.
"Qualcuno ha fatto uno scherzo ai due scherzosi" dice Andrea.
"Oppure sono loro che hanno fatto uno scherzo a noi" ipotizza Leo.


La mostra si è rivelata molto interessante.
Gli dei etruschi sono più o meno gli stessi degli antichi romani sotto altri nomi.
Almeno così pareva ai due ragazzi.
Lo spazio espositivo era quasi vuoto perchè i due sono entrati all'ora di chiusura.
All'uscita dalla mostra c'è una gran baldoria così che Leo ed Andrea decidono di concludere la serata andando a mangiare "da Peppino".
"Hey Leo ! Al banco ci sono Marta e Luana !"
esclama Andrea che riconosce subito le compagne di classe.
"E chi è che sta offrendo loro da bere ?" domanda Leo.
"Sono i due scherzosi, proprio loro !" risponde Andrea incredulo.
A quanto pare non sono stati rubati, ma dopo tanti secoli hanno deciso di riprendere vita per andare a spassarsela in giro per Roma, riflette Leo.
Loro sì che sanno intrattenere le ragazze, non sono imbranati come Leo ed Andrea.


Certo che quei due sono proprio scherzosi !
Le due divinità estrusche scappano via senza pagare il conto,
 così che Marta e Luana rimangono da sole come due sceme.
"Che farabutti !" esclama Andrea, che subito dopo aggiunge:
"Però Leo, se ci pensi bene, questa è la tua grande occasione.
Vai al banco e offri tu da bere alle ragazze !"
"Aspetta Andrea, ma che stai dicendo ? Uhmmm...uhmmm...
fammi pensare ! Uhmmm...però è vero !"
risponde Leo grattandosi la testa.


Dopo essersi grattato la testa,
Leo decide di farsi avanti per offrire da bere alle ragazze.
Fish-burger, patatine fritte e coca cola.
Per così poco !
"Ragazze, proprio non capisco come possano rimanere in circolazione due cafoni come quelli ! Per fortuna ci penso io a voi due !"
esclama Leo pavoneggiandosi.


Leo ed Andrea raggiungono il tavolo per proseguire con le ordinazioni.
"Bravo Leo, ottima performance !" esclama Andrea. 
"Vedrai che Marta e Luana ti rivaluteranno sicuramente !".
"Ne sei sicuro, Andrea ? Francamente ho sempre avuto grosse difficoltà 
a comunicare con le ragazze" ammette Leo.
"E che c'era scritto su quel biglietto che hanno lasciato sul tavolo ?"
domanda Andrea.
"Il XX secolo è troppo serio e drammatico per noi scherzosi, saranno altri a continuare i nostri scherzi. Addio !
Così hanno lasciato scritto prima di fuggire.
Chissà cosa avranno voluto dire !"


"Peppino portaci il conto !" chiama Andrea.
"Allora ragazzi, una pizza capricciosa, una quattro formaggi, due supplì, due bruschette e due birre: 30 euro !"
risponde Peppino.
"Leo, devi offrire tu perchè io non ho più una lira.
Ho pagato i biglietti per la visita al museo di arte estrusca, ti ricordi ?" dice Andrea.
"Ma io ho offerto da mangiare e da bere alle ragazze... ormai le mie tasche sono vuote !" risponde Leo.
I due amici cominciano a sudare freddo.
"E' come se i Due Scherzosi avessero calcolato tutto.
Prima ci hanno fatto comprare i biglietti del museo, poi ci hanno fatto offrire alle ragazze e adesso siamo rimasti senza soldi. 
Come facciamo ?" domanda Leo.
Andrea è in preda al panico:
"Peppino ce la farà pagare ! Lui non perdona !
Dovremo rimanere tutta la vita qui a lavare i piatti, ti rendi conto Leo ?"
"Dobbiamo fare alla romana ! Ecco come ! Dobbiamo scappare ! 
Questa è l'unica soluzione !"
conclude Leo


"Maledetti scherzosi ! Tornate qui !"
urla al vento Peppino, al termine di una giornata complicata.
Leo ed Andrea sono come ombre fugaci nel buio, che adesso finalmente comprendono il significato della profezia dei Due Scherzosi.
"Hai sentito, Leo ? Peppino ci ha chiamati maledetti scherzosi !"
"Proprio così, Andrea. L'antica profezia etrusca si è avverata.
Sul biglietto c'era scritto che sarebbero stati altri a continuare i loro scherzi.
E adesso si sono reincarnati in noi ! Dobbiamo fuggire !"

Gli scherzi ci saranno sempre nel mondo.
Perchè la durezza della vita e l'insoddisfazione amorosa troveranno sempre una via di fuga nell'umorismo e nella trasgressione. 
Dall'oltretomba etrusco si ode l'eco di antiche risa:
"IH IH IH ..."
"OH OH OH ..."

Fine
Storia e disegni di Leo001

martedì 15 novembre 2022

Paradosso logico N1

Ragazzi, riprendiamo la sezione "scienza di Leo" discutendo questa volta di un argomento di logica.
La logica sembra la scienza dell'ovvio e della banalità, ma non è affatto così, perchè alcuni dei suoi risultati sono curiosi e sconcertanti, in completa antitesi con il senso comune e la percezione odinaria della realtà.
E' famoso, sin dai tempi del medioevo, il noto paradosso, per cui se la proposizione q è vera, allora c'è sicuramente la proposizione p che implica la proposizione q.
Non è facile correlare le due cose, ma si può dimostrare con alcuni passaggi che effettivamente è così.

In questo topic parleremo invece di un nuovo paradosso.
Nuovo relativamente, perchè la logica è eterna, ma forse nessuno si era mai soffermato a parlarne.
Ebbene, il paradosso è questo:
il fatto che A e B siano veri, non implica che "A e B" sia vero.
Proprio così ! Per quanto strano possa sembrare.
L'operatore "and" unisce due proposizioni e restituisce complessivamente il vero solo se lo sono entrambe, eppure non c'è nessun ragionamento, nessuna implicazione logica, che ci conduca a questo risultato.

L'operatore "or" invece è più fortunato.
Infatti, se A e B sono vere, noi possiamo concludere, con un ragionamento logico, che la relazione "A oppure B" è sicuramente vera.
Vediamolo in dettaglio.
Nella prossima immagine esaminiamo primariamente l'operatore "or".


Nella riga (1) assumiamo la verità di A.
Nella riga (2) possiamo già affermare che "A or X" è sicuramente vero, qualunque cosa dica "X", in base alla legge dell'inclusione "or". Infatti il risultato di due elementi in "or" è sempre vero, purchè sia vero almeno uno dei due.
Nella riga (3) assumiamo che l'elemento B sia equivalente ad X, tramite mutua implicazione. In pratica sostituiamo X con B.
Nella riga (4) possiamo finalmente affermare la verità di "A or B" tramite prova condizionata, cioè la sostituzione precedente. La prova condizionata altro non è che il ragionamento, cioè l'implicazione logica. In pratica stiamo dicendo: "se X è così, allora posso concludere questo e quest'altro".
Al termine di tutto questo procedimento possiamo concludere dicendo che il fatto che A e B siano veri, consente di asserire che A oppure B lo sono.
In particolare A implica che "A oppure B" è vero tramite prova condizionata.
B idem, ripetendo lo stesso procedimento assumendo inizialmente la verità di B.
E per finire, a maggior ragione, la verità sia di A che di B, implica che sia vero A oppure B.

Ebbene, l'operatore "and" non è altrettanto fortunato. Vediamolo in dettaglio.
Nella prossima immagine esaminiamo l'operatore "and".


Nella riga (1) assumiamo la verità di A.
Nella riga (2) siamo costretti ad assumere la verità di B, perchè l'operatore "and" è vero solo se lo sono entrambi.
Nella riga (3) possiamo già affermare che "A and B" è sicuramente vero, in base alla legge dell'inclusione "and".
Però qui non c'è nessun ragionamento, nessuna prova condizionata, perchè quella è solamente la definizione di "and".

Quindi non è possibile alcuna implicazione logica !
Al termine di tutto questo procedimento possiamo concludere dicendo che il fatto che A e B siano veri, consente di asserire la verità di A e B.
Però, diversamente da "or", non c'è ragionamento, non c'è implicazione logica, quindi non possiamo dire che A, singolarmente, implica che A e B sia vero, nè lo può implicare singolarmente B, nè lo possono implicare entrambi insieme.

Le considerazioni di questo topic potrebbero sembrare assurde, ma saranno molto più convincenti visualizzando le relazioni logiche tramite i diagrammi di Venn.


Con i diagrammi di Venn l'implicazione logica corrisponde ad un cerchio incluso nell'altro.
Per esempio, se p implica q, allora il cerchio p è incluso nel cerchio q.
Vediamo quindi che A è incluso nell'unione dei due cerchi "A or B", quindi la implica, però non è incluso nell'intersezione "A and B". Anzi, al contrario, è quest'ultima intersezione ad essere inclusa in A e in B e ad implicarli entrambi. Si potrebbe obiettare che la verità di A e di B, corrisponde proprio all'intersezione "A and B", ma non è affatto così, perchè la verità di A e di B corrisponde semplicemente alla presenza dei due cerchi nel diagramma. Mentre i cerchi complementari corrispondono semplicemente a ciò che non è A, nè B, ma non negano la loro verità.

Si noti che i diagrammi di Venn spiegano anche il famoso paradosso medioevale accennato all'inizio. Se q è vero, corrisponde ad un cerchio, quindi sicuramente ci sarà un cerchio p più piccolo incluso in esso. Se per assurdo q fosse un semplice punto, sarebbe comunque implicato da sè stesso, p=q.

Infine, anche la realtà ci offre infiniti esempi dell'apparente paradosso illustrato in questo topic. Per esempio, se esiste una persona bella e una persona simpatica, possiamo sicuramente dedurre che esiste almeno una persona bella, oppure una persona simpatica, ma non potremo mai dedurre che esiste una persona che abbia entrambe queste qualità, cioè che sia bella e simpatica.

Nuova ipotesi sul riscaldamento globale

Ragazzi, in questo nuovo topic de "la scienza di Leo", vorrei discutere una nuova ipotesi sul cambiamento climatico.
La maggior parte dei ricercatori ritiene che il riscaldamento globale di questi ultimi anni sia dovuto ad un effetto antropico, in particolare all'"effetto serra" atmosferico causato dall'inquinamento e dalle emissioni di ossido di carbonio prodotte dalle combustioni della nostra civiltà.

Ora, l'aspetto che vorrei discutere su questo topic riguarda invece l'intensità dei raggi solari. Teoricamente, se ci fosse un "effetto serra", la luce solare dovrebbe raggiungerci mitigata da questo strato di gas, per cui i raggi del Sole dovrebbero risultare meno forti rispetto al passato e il nostro pianeta dovrebbe apparire complessivamente più buio. Invece, stranamente, noi stiamo sperimentando proprio l'effetto opposto.
In questi ultimi anni il Sole ci sembra "cattivo" e i suoi raggi sembrano più forti.
Se da ragazzi sperimentavamo piacevolmente la carezza del Sole sulla pelle, e ci appisolavamo dolcemente sulla spiaggia o al parco, adesso invece avvertiamo subito una sensazione di fastidio e di bruciore che ci induce a proteggerci dal Sole. Molte specie viventi, come le rane, stanno già cercando di adattarsi a questa nuova situazione cambiando il colore della pelle che diventa più scuro.

La siccità e gli incendi boschivi sono difficili da spiegare in termini di "effetto serra". Se ci troviamo chiusi in una sauna calda piena di vapori, tutto rimane bagnato e non ci sono incendi. Al contrario, se proiettiamo un fascio di raggi luminosi molto intensi, come un laser,  possiamo provocare incendi e asciugare l'acqua.

Un'ipotesi quindi, sarebbe che i raggi luminosi che stanno investendo il nostro pianeta siano più forti.
Proprio in questo periodo, il 2022, gli scienziati stanno rilevando un'attività solare molto intensa.
Le macchie solari si stanno ingrandendo e proiettano tempeste elettromagnetiche nel vuoto dello spazio.
Una di queste eruzioni solari ha investito la superficie di Giove surriscaldandone l'atmosfera e aumentandone la temperatura esterna di decine di gradi in pochi mesi. Questo comportamento di Giove può sembrare strano, anche perchè si trova più lontano di noi dal Sole. Però dobbiamo considerare che la superficie di Giove è decine di volte maggiore di quella terrestre, quindi riceve più raggi luminosi, proprio come un enorme pannello solare. Anche la forza di gravità e l'atmosfera sono maggiori,  per cui Giove ha meno possibilità di riflettere questo calore nello spazio e di disperderlo.

E' possibile verificare in qualche modo se i raggi luminosi che stanno investendo la Terra sono più intensi ? Probabilmente no. Nessuno ha mai misurato questa intensità nel XIX secolo, per cui non si può fare il confronto. Sarebbe però importante proporre agli enti internazionali, come l'aeronautica, la Nasa, Elon Musk, o chicchessia, di rilevare periodicamente queste misurazioni dalle orbite spaziali in modo da verificare i cambiamenti d'ora in poi.

Un altro indizio a supporto di questa ipotesi è la fibrillazione del campo magnetico terrestre, per cui il polo nord magnetico, l'ago della bussola, comincia ad oscillare tra il Canada e la Russia. Anche le aurore boreali nel Nord Europa, sempre più spettacolari in questi ultimi anni, sono la manifestazione di fenomeni elettromagnetici intensi.

Io ho notato che basta tenere un giornale fuori in balcone per pochi giorni, che subito si scolorisce e si ingiallisce. Ma forse era così anche prima, non saprei dirlo. Ho anche notato che la luminosità della luna piena è molto forte, al punto che a volte non riesco a guardarla. Infatti la luna riflette la luce solare. Anche i pianeti Marte e Venere si vedono bene di notte, come se riflettessero maggiormente la luce solare.

E le statue degli antichi greci e romani allora ? 
Perchè nel corso dei secoli hanno perso il colore ?
E' possibile che queste civiltà del passato siano scomparse perchè investite da raggi solari potentissimi, che hanno scolorito le loro statue e cancellato tutti i quadri e gli affreschi ?
D'altronde se i greci e i romani andavano sempre in giro mezzi nudi (così ci risulta dalle loro statue) si vede che a quei tempi faceva più caldo.

Nella prossima immagine vediamo le statue in marmo bianco e i resti romani disadorni, così come appaiono oggi. La parte in basso invece raffigura lo stesso paesaggio com'era forse ai tempi dell'antica Roma, cioè più colorato



Una possibile ipotesi è che noi stiamo subendo un mix di effetto antropico e raggi solari.
Può darsi che l'inquinamento, l'emissione di particelle in atmosfera, stia creando un "effetto ustore", perchè queste micro-particelle di ossido di carbonio ed altri gas si stanno comportando come micro-specchi-ustori, capaci di riflettere la luce solare e riportarla amplificata sulla superficie del nostro pianeta. In quest'ultimo caso potrebbe concorrere l'effetto delle eruzioni vulcaniche, anche quelle sottomarine.
La prossima immagine raffigura la tempesta elettromagnetica solare che sconvolge l'atmosfera di Giove, mentre il nostro pianeta, di dimensioni ridotte, subisce meno l'impatto.
La parte in basso raffigura gli specchi ustori costituiti dalle micro-molecole prodotte dall'uomo, che contribuiscono al surriscaldamento della superficie della Terra.



L'ipotesi di questo topic sarebbe al tempo stesso pessimistica e ottimistica.
Pessimistica perchè sarebbe molto difficile per noi influire sul Sole.
Non abbiamo alcun potere su di esso.
Ottimistica perchè circa ogni 15 anni il Sole cambia idea e gli girano le balle.
Quindi, se dipendesse da lui, nell'arco di pochi anni la situazione dovrebbe rinormalizzarsi.

Nota del 06/04/2023:
L'ipotesi della maggiore intensità dei raggi solari potrebbe spiegare anche un altro fenomeno.
Stranamente, negli ultimi anni, si verificano cospicue precipitazioni atmosferiche nelle zone meridionali del pianeta, che sono più calde, mentre il Nord Europa, più freddo, è al tempo stesso più siccitoso.
Questa apparente contraddizione può essere spiegata in termini di aumento dell'intensità dei raggi solari. Vediamo come.
L'energia si trasforma continuamente, passando da potenziale a cinetica, a termica, e così via. Ora, queste trasformazioni dipendono anche dal "punto critico" della materia, cioè dalle sue caratteristiche. In altre parole, la materia è vettore di queste trasformazioni nei limiti del suo punto critico.
Facciamo un esempio: lasciamo cadere una piccola sfera dalle nostre mani.
Vediamo quindi che l'energia potenziale gravitazionale, che dipende dall'altezza in cui si trova la sfera, si trasforma in cinetica man mano che la sfera cade, finchè raggiunge il terreno e poi elasticamente rimbalza. Quindi la sfera continua ad essere vettore dell'energia.
Se però l'energia potenziale iniziale è notevole per via dell'altezza, succede che la sfera raggiunge un "punto critico" per cui cadendo a terra va in frantumi, dopodichè la sua energia cinetica si disperde in quella dei frammenti e delle molecole d'aria. A quel punto il vettore non è più la sfera.

Lo stesso concetto si applica ai fenomeni termici.
In Figura A1 vediamo che lasciando troppo tempo la padella sul gas, il calore si propaga ovunque, finchè diventano incandescenti anche i manici. Quindi la padella è vettore dell'energia termica.
In Figura A2 sostituiamo il gas con un raggio laser, molto più potente, per cui la padella raggiunge subito il punto critico, si buca al centro e il raggio la passa da parte a parte. In quest'ultimo caso l'energia termica non si propaga più sulla padella e i suoi manici rimangono freddi. Il vettore dell'energia non è più la padella.
Nelle due figure sottostanti applichiamo lo stesso concetto all'atmosfera terrestre, spiegando per quale motivo non piove nel Nord Europa.
In Figura B1 i raggi solari sono deboli, per cui la loro energia si distribuisce ovunque nell'atmosfera, propagando i fenomeni atmosferici anche al Nord. In questo caso l'atmosfera è vettore dell'energia solare.
In Figura B2 i raggi solari sono molto più intensi, l'atmosfera raggiunge subito il punto critico, quindi i fenomeni atmosferici si manifestano solo localmente, nel punto di maggior incidenza dei raggi, senza arrivare a propagarsi nel Nord Europa che rimane siccitoso.




 

domenica 25 settembre 2022

Le Storie di Leo - Cercare la normalità

 
Il maestro Chon è sicuramente un personaggio molto affascinante,
eppure i suoi insegnamenti si rivelano alquanto noiosi.

Leo si era iscritto alla palestra di Chon-Cheng per diventare più forte
e combattere i bulli, ma le cose non vanno esattamente come avrebbe voluto.

Il maestro Chon gli volta subito le spalle e inizia così la prima lezione: "Leo, alza le braccia molto lentamente e riabbassale. Poi respira profondamente"

"Ma certo !" risponde Leo.

"E adesso chiudi gli occhi e porta l'indice della mano destra sul naso.
Poi portaci l'indice della mano sinistra" prosegue Chon.

"E come no ?" risponde Leo.

"E adesso ricordati di cercare sempre la normalità. Cerca la normalità. Cerca la normalità" ripete Chon.

"Sicuramente cercherò sempre la normalità" risponde Leo sarcastico.
"Bah... queste lezioni del maestro Chon sono troppo noiose, così non imparo niente, non diventerò mai più forte !" pensa Leo. "Vediamo se il maestro Cheng, che si trova nell'altra stanza, saprà istruirmi meglio"


Il maestro Cheng è tutta un'altra storia !
Leo lo trova in un contesto molto più dinamico e avveniristico, alle prese con i suoi allievi e le sue figlie.

Gli allievi del maestro Cheng sono veri e propri uomini mascherati, capaci di combattere, e le sue figlie contribuiscono a modo loro, sostenendolo e aiutandolo.

"Complimenti maestro Cheng ! E' così che voglio diventare ! Forte come i suoi allievi mascherati !" esclama Leo.

"Davvero ?" risponde il maestro Cheng meravigliato "Eppure tutti i miei allievi sono stati sconfitti ! La loro professionalità e preparazione non è servita a nulla !"

"Ma come sarebbe ?" gli risponde Leo
"Comunque non dovete scoraggiarvi,
si sa che il mondo delle arti marziali è molto difficile !"


"Ecco Leo, guarda !" gli dice il maestro Cheng
"Ho progettato un'armatura di bronzo sul modello di quelle cinesi del XII secolo. Questa è l'ultima possibilità che ho per sconfiggere il mio rivale ! Nooo ! Che cosa succede ?"

"Urgh ! Scusi signor maestro... ma è troppo pesante...non riesco a muovermi" Dopo pochi passi l'allievo del maestro Cheng precipita rovinosamente a terra con tutta l'armatura.

Leo osserva la scena perplesso, poi gli tornano in mente quelle misteriose parole che aveva udito solo pochi minuti prima: "maestro Cheng, forse lei dovrebbe cercare la normalità..."


"Cercare la normalità ? Cercare la normalità ? Dove hai sentito questa espressione ?" Urla il maestro Cheng in preda alla disperazione.

"Ehm...dal maestro Chon...è lui che me l'ha detto" risponde Leo.

"Il maestro Chon ! Ma è proprio lui il mio rivale ! Ha sconfitto i miei migliori allievi e mi ha umiliato davanti alle figlie !" prosegue il maestro Cheng.

"Vedi Leo, nonostante tutta la mia preparazione, e una vita dedicata alle arti marziali, io rimango un uomo normale e in quanto tale ho dei limiti. Invece il maestro Chon è sovrumano ! E' nato invincibile ! Non può esserci competizione con lui !
Però non devo arrendermi, devo perseverare nel mio proposito di batterlo !"


Dopo una settimana di duro allenamento, Leo apprende la tecnica della mano d'acciaio.

"vai Leo ! Adesso hai la mano d'acciaio... trova il maestro Chon e sconfiggilo !"

Leo è orgoglioso delle nuove abilità acquisite. Sa che adesso è più forte. Fiduciosamente, stasera si recherà presso l'alloggio del maestro Chon per lanciargli la sfida e dimostrare il valore della scuola di Cheng.

"Bravo Leo ! Adesso bacia la mano ! Baciala ! Ma non devi baciare la tua mano d'acciaio, devi baciare la mia !"


Quando Leo si reca presso l'alloggio del maestro Chon, fuori dalla palestra, rimane veramente sconcertato. Pensa tra sè:
"e questo sarebbe l'alloggio del grande Chon ? Che tristezza ! Che solitudine ! E dove sono i suoi allievi ?"


Leo si rivolge ad un vecchio cinese che passa con un calesse per raccogliere le ferraglie. "Scusi, ma qui non c'è nessuno ?" domanda.

"Eh ? Ah ! No, il maestro Chon è un uomo molto solo !" risponde il vecchio.

"Ma solo quanto ?" pensa Leo 
"Dove sono le foto con i suoi amici ? I premi che ha vinto ?"


Finalmente Leo trova il maestro Chon.
Il maestro meditava in cima ad una rupe, subito fuori dal suo alloggio.

"E' impossibile ! Non ce la farò mai ad arrivare lì !" pensa Leo
"Non riuscirò mai a salire sulla cima di quella rupe così impervia per sfidarlo, figuriamoci se riuscirò a batterlo in duello !"

"Certo che la vita è proprio strana" prosegue Leo nei suoi pensieri.
"Il maestro Cheng è un uomo normale e vive felicemente la sua normalità, insieme ai suoi allievi e alle sue bellissime figlie. 
Eppure è insoddisfatto della sua condizione e vorrebbe essere invincibile come il maestro Chon. 
Al contrario, il maestro Chon è anormale, sovrumano, invincibile, ma non ha nessuno. Non ha amici, nè allievi, nè fidanzate o figlie. Chissà cosa farebbe per essere normale come il maestro Cheng !"

"Quanto è strana la vita ! Ora capisco cosa voleva dire il maestro Chon quando mi diceva di cercare la normalità... cercare la normalità... la normalità...

Eh sì...ho imparato veramente una grande lezione alla palestra di Chon-Cheng, una lezione che ricorderò per sempre !"

FINE
Storia e disegni di Leo001

Le Storie di Leo - E' finita l'estate


Leo e i suoi amici assistono ad una scena incredibile !
Sulla spiaggia di Ostia sbarcano i pirati !
Barbe lunghe... la benda nell'occhio... il galeone !
Ma non tutto è perduto !
Un possente robot spara raggi ottici per disperderli !
Non riusciranno a farla franca.


Marta è ansiosa di conoscere i pirati !
Andrea pensa già al tesoro: "diventeremo ricchi !!!" esclama.
Leo è più interessato al robot: "deve essere un nuovo super-eroe".


Una volta giunti a riva i bambini si guardano attorno.
"Vabbè, ma non si vede più niente..." dice Marta.
Dov'è il robot ? Dove sono i pirati ?
Però si sentono le voci !
"NON AVETE SPERANZA !" tuona il robot.
"A chi si riferisce ?" domanda Leo.
"Si riferisce ai pirati" risponde Andrea.
"In pratica sta dicendo che non hanno alcuna speranza di farla franca !"




Quello che sta accadendo è troppo fico !
Leo deve per forza dirlo a Marco, il suo migliore amico !
Ma quando raggiunge lo stabilimento vicino, realizza che ormai è troppo tardi.
Lo stabilimento è vuoto.
E' fine agosto e sono ripartiti tutti.
C'è solo un signore anziano, che sta rimettendo a posto gli ombrelloni, i lettini e le sedie a sdraio.
"Marco è partito..." gli dice.
"per quest'anno non lo rivedrai più"



Corri Leo, corri ! Altrimenti neanche Katia la rivedrai più !
Durante le vacanze Leo si era innamorato di una bellissima bambina, Katia.
Però si è dimenticato di chiederle il numero di telefono.
Purtroppo quando raggiunge lo stabilimento di Katia si accorge che anche lei è partita.
E' troppo tardi.
Lo stabilimento è desolato come il deserto del Sahara,
ma in riva al mare si intravede una strana sagoma...
E' IL ROBOT !
Ecco dov'era andato a finire...



"Ciò che appare mostra l'essenziale...e questo è nella sua apparenza" dice il robot.
"robot... robot... devo rivedere Katia ! E' troppo importante per me"
lo implora Leo.
"MA NON AVETE SPERANZA..." risponde il robot.
"Questa è la stessa frase che hai detto ai pirati, che cosa vorrà dire ?" ribatte Leo



Marta e Andrea raggiungono Leo e il robot.
"Leo, andiamo via ! Si sta alzando il vento ! Lascia stare quel robot !" dice Marta.

VUUUH...VUUUH...
Il vento soffia forte...Leo è infastidito e si protegge gli occhi...
ma il robot non si scompone minimamente.


Il robot si gira, dopodichè scompare lentamente immergendosi nel mare. A questo punto i bambini capiscono che l'Estate è proprio finita. Non perchè ricomincia la scuola, nè perchè il Sole va via, ma perchè scompare la FANTASIA !

Quando è proprio il robot, cioè la FANTASIA, a voltare le spalle e ad andarsene, allora è proprio la fine di tutto...è la fine dell'amore... è la fine dell'amicizia... e non rimane più niente... niente... 
NIENTE !!!

Storia e disegni di Leo001



domenica 27 febbraio 2022

Le Storie di Leo - Incrementare la produzione



E' un pomeriggio come tanti altri, quando Leo scende in strada per giocare con i suoi amici. Stranamente l'unico amico che incontra è Andrea, tutti gli altri non ci sono. "Hey Leo, pensa che ci sono fabbriche dove lavorano come matti per produrre i componenti elettronici di questi telefoni" dice Andrea. "Già...ciononostante non riescono a coprire la domanda" risponde Leo




In quel pomeriggio così noioso Leo ed Andrea non si aspettavano di certo l'apparizione di un mostro !
Si tratta di una visione insolita, simile ad una creatura aliena.
Questa volta l'incontro è piuttosto ravvicinato, perchè non è una sagoma fugace sullo sfondo, nè un'ipotesi per sentito dire dagli amici, ma una presenza ostile che richiede la ricerca immediata di una via di fuga.



E' un copione già visto.
Un mostro che li insegue e loro che devono fuggire.
E quel palazzo in costruzione, solido e grigio come l'atmosfera circostante, sarà il loro ultimo rifugio.


Leo non avrebbe mai immaginato di trovare proprio lì il suo amico Gianni.
"Hey Gianni, ma tu stavi qui ? E lo sai che di fuori c'è un mostro ?"
"Leo, dobbiamo sbrigarci a montare le lavatrici...siamo in ritardo con la produzione" risponde Gianni. "Ma queste lavatrici sono così importanti ?" domanda Leo. Gianni risponde:"Devi capire che si tratta di modelli originali. Sono assemblati con elementi scomponibili. Il problema principale delle vecchie lavatrici è che gli utenti non sapevano dove mettere le mani. Quando c'era un guasto dovevano per forza comprarne una nuova. Invece adesso basta sostituire un componente reperibile presso qualsiasi esercizio commerciale"

"Capisco" risponde Leo.



I due ragazzi salgono le scale al buio, attenti a non incespicare, finchè non raggiungono il secondo piano, ancora vuoto e senza illuminazione.
"Leo, vieni a vedere !!!" esclama Andrea.
Attraverso la fessura di una parete, che in futuro diventerà una finestra, si scorge il mostro che si aggira tra le case. "E' sempre lì ! Non possiamo uscire !" dice Andrea. Ma la quiete del secondo piano viene presto interrotta dai passi rumorosi e dal vociferare di un nuovo gruppo di lavoro che sta per insediarsi. Tra questi operai ci sono altri bambini della loro stessa età che vogliono guadagnarsi la paghetta, o anche solamente aiutare i loro genitori nel doposcuola.



"Marta, lo sai che qui fuori c'è un mostro ?" domanda Leo, sorpreso di incontrare la sua compagna di classe. 
"Papà, secondo te queste stoffe vanno bene ?" chiede Marta rivolgendosi al padre "Sì Marta, ma sbrigati. Ci sono venti scatoloni pieni" le risponde il padre.
"Uhmmm... al piano di sotto le lavatrici, e qui una sartoria !" riflette Andrea.
"Ma come fate a lavorare al buio ? Con il chiasso delle lavatrici ? E riuscite a concentrarvi ?" domanda Leo. "Certo !" risponde Marta mentre tira la stoffa con le mani "Non possiamo aspettare che mettano la corrente elettrica, ci basta la luce che viene da fuori"



Nel trambusto generale, tra il chiasso delle lavatrici e gli operai della sartoria, Leo e Andrea tornano allo scorcio sulla parete, ma ormai nulla è più come prima. Nel breve lasso di tempo in cui si sono allontanati, la visuale è stata coperta dalle vetrate di un palazzo. Fino a pochi istanti prima c'erano solo le basse fondamenta in cemento armato, ma in dieci minuti gli operai hanno installato le vetrate che adesso nascondono tutto il panorama circostante. Dove sarà il mostro ? Ormai non ha più spazio per muoversi.



"Ragazzini andatevene, che dobbiamo lavorare !" intima il padre di Marta.

I due ragazzi si convincono che non possono rimanere, storditi come sono dal rumore delle macchine per cucire e delle lavatrici. "E' incredibile ! Sembra che per tutte queste persone il mostro non significhi nulla ! Non se ne curano proprio" osserva Leo. Andrea ci pensa un pò e poi risponde sorridendo:
"Vedi Leo, forse nella società in cui viviamo non c'è più posto per i mostri.
Un mostro ha bisogno di tempo: prima di tutto c'è bisogno di qualcuno che si accorga di lui, che si soffermi ad osservarlo, e già questo è molto difficile, dato che tutti sono indaffaratissimi. Dopodichè è necessario porsi le domande giuste, capire da dove viene, che cosa vuole, ma i problemi della gente oggi sono altri."
"Hai proprio ragione" risponde Leo "In una società dove tutti studiano e lavorano non c'è posto per i mostri. Incrementare la produzione, raggiungere i propri obiettivi. Ecco, questo è' il modo migliore per tenerli lontani. Addio MOSTRO !!!"

Fine
Storia e disegni di Leo001

martedì 1 febbraio 2022

What is the secret of space extent ?

 “Geometry don’t teaches about description of lines and circles, but postulates it. Geometry requires that you already know how to describe these concepts; after, teaches how problems are solved by operations. Therefore, describing the line and the circle are not geometric problems.” 

(Philosophiæ Naturalis Principia Mathematica – Isaac Newton)

This post is dedicated to a very interesting topic:
for the first time we try to explain the space extent in logical-mathematical terms, to distinguish unextended elements, such numbers or variables, from extended in space elements, such geometric shapes.
Unextended ones are abstract, such as qualities, thoughts or concepts, and they haven’t height, width or depth.
Extended ones are material, such points, shapes, pictures, so they have height, width or depth.
In everyday life it means how to distinguish abstract concepts, such beauty, justice, happiness, length, color, and so on, from material objects, extended in space, such shapes, crystals, planets, animals and people. 
Space extent, as points, segments, triangles, solids, and so on, until now was intended for an axiom, or a "perception", but we can see below that can be understood as a particular logic structure. 
The ability to distinguish extended from unextended ones is innate and instinctive in human beings, extremely difficult to machines, computers and a.i., and until now had never been found a rational criterion. 
Before now, mathematics tried to distinguish discrete from continous, but they dont’care about more important and generic problem of distinguish extended from unextended, where discrete and continuous only are extended specific cases.
Neither Propositional Logic take care about that, because Propositional Logic, First and Second Order, puts extended elements into variables "x" and unextended elements in properties "F" referred to "x", “x -> Fx”, without explain difference between them.

Extended and unextended

Now we begin introducing a discursive criterion, and after, will continue with a rigorous definition. First of all, we can highlight a characteristic that distinguishes unextended from extended ones: the first are homogeneous, the second are heterogeneous, because extended ones possess overall qualities independent of their content. 
Let's start with some examples of unextended ones.
The number 2 is unextended idea, abstract, with no height, width or depth, and in fact it is homogeneous: it can only refer to objects that participate idea of 2, such two apples, two oranges, two eyes, but not to a single eye or a single apple, because they don’t participate the idea of 2.
Justice is unextended idea, abstract, with no height, width or depth, and in fact it is homogeneous: it can only refer to objects that participate the idea of justice, that is, policemen, judges, heroes and so on, but not an apple or a leg, because apples and legs have nothing to do with idea of justice.
Let’s start now with extended ones.
Triangle is extended, with height and width, and heterogeneous: contains points, sides or a circle inscribed in, but overall it can refer to qualities that have nothing to do with elements contained within. In fact, triangle can refer to Egyptian pyramids, road signs, love affairs, and many other concepts that are relevant to overall idea of a triangle but not to elements contained within.
A human being is extended, with height, width and depth, and heterogeneous: contains protons, neutrons and electrons, but overall it can refer to qualities that have nothing to do with elements contained within. It can refer to beauty, intelligence, ability to love, nourish and many other concepts that are relevant to overall idea of human being but not to elements contained within.
A typical example about difference between unextended and extended objects is difference between beauty and Miss America. 
Beauty is unextended and homogeneous: it can only refer to concepts that participate the idea of beauty, such harmony, youth, competitions, dances, and so on, but not to dental fillings, because they have nothing to do with idea of beauty. Opposite to beauty, Miss America is extended and heterogeneous: she contains bones, muscles and dental fillings, but overall it can refer to concepts of humanity and beauty. 
Another interesting example is difference between sunset and atmosphere.
Sunset is unextended and homogeneous: it can only refer to objects that participate the idea of sunset, as the Sun, clouds, landscape and the horizon, but not hydrogen and nitrogen, because they have nothing to do with idea of sunset. Opposite to sunset, atmosphere is extended and heterogeneous: it contains hydrogen and nitrogen, however can refer to Sun, clouds, landscape, the horizon and all those concepts that are relevant to overall idea of atmosphere.
Through all these examples the extended objects results ambivalent, because they have overall elements extraneous to their content.
How can we logically describe this concept?
First of all, let's start by defining what means "overall".
An object can be defined through a series of "or" conditions, that is logical disjunctions, to define its different manner, and its overall vision corresponds to a series of "and" conditions, that is logical conjunctions, where indissolubly binds manner together, in a single whole. Eg:
C = H or T
N(C) = N(H) and N(T)
This means coin tosses, "C", returns heads or tails, "H or T", however the set of all tosses, "N(C)", corresponds to the tosses that give heads, plus tails, “N(H) and N(T)”.
The function N(x) means "grouping of x", or "set of x", and is necessary otherwise the logical conjunction would return the empty set, since the single options are alternatives to each other, that is: " H and T = empty set ".
The function N(x) does not refer to a specific multiplicity, it is not certain that the single objects must be more than one. In the previous example, the coin tosses can be infinite, but in other cases the multiplicity is only one. In the next example we see a hand can be the right or the left, so the set of all hands is given by the right plus the left, with the multiplicities that are respectively two, one and one.
hand = right or left
N(hand) = N(right) and N(left)
Furthermore, the "and" conditions requires the objects inextricably linked in the overall ensemble, so that, by eliminating a single option, the whole set is invalid.
For example, a single hand can be the right, and not the left, but the overall set must necessarily contain both the right and the left. Similarly, the set of coin tosses must contain both tosses that give heads and those that give tails, even if, by chance, one of the two cases never occurs. Previous two examples referred to unextended objects, with no height, width or depth. Coin tosses are unextended events, because they are a concept with no space extent. In the same way, set of hands is unextended, because has no height, width or depth, although their single members, hands, are extended. In fact, you can see that an unextended object, such a set, can be composite by extended members: look at the set of the horses, is unextended, when the horses are extended. 
Let us now turn to extended objects.
We said extended objects are ambivalent, because they have overall parts that are extraneous to their content. This concept can be explained by next two expressions:
A = B1 or B2 or… or Bn
N(A) = N(B1) and N(B2) and … and N(Bn) and X
In the first expression we can see the component A in "n" different ways, as we have previously seen in the case of coin tosses or hands. In the second expression, we see the set of these elements, N(A), containing an extraneous/overall part "X", that is not related to elements of first expression, and appears only in logical conjunction. In other words, extended objects involve the breaking of the one-to-one correspondence between elements in logical disjunction and logical conjunction, which instead characterized unextended objects, with the addition of an extraneous element "X" in the logical conjunction.
Let's see some examples.
The next image depicts a square.


The square can be described by the next two expressions:
T = T1 or T2 or T3 or T4
Square = N(T) = N(T1) and N(T2) and N(T3) and N(T4) and X
The first expression means that the generic T element that composes the square can be the triangle T1 or T2 or T3 or T4. The second expression means that the square, in addition to containing the set of T elements, must have an X component, extraneous/overall to the individual elements, that could specifically indicate:
X = "has all sides equal", otherwise it would not be a square.
X is a property of N(T), just like the individual N(Tj).
Instead of X = "has all sides equal", we can write X = "has the elements one below the other", or X = "has the elements next to each other", and still we have extended in space objects, even if no squares, as you can see in the next picture. Only the lack of  X makes the unextended object, with no height, width or depth, reducing it to an abstract list of triangles, without space extent.






Let's see other examples of extended in space objects.
Look at the next picture, corresponding to a cabinet with two drawers and the base.

The cabinet can be described using the next two expressions:
C = a1 or … or an or b1 or … or bn or c1 or … or cn
Cabinet = N(C) = N(aj) and N(bj) and N(cj) and X
The first expression will means that the generic C element of the cabinet is a generic aj member of the first drawer, or a generic bj member of the second drawer, or a generic cj member of the base. The second expression means that the cabinet, in addition to containing the set of the two drawers and the base, has an X component, extraneous/overall to individual elements, to indicate that the two drawers and the base are placed one under the other, X = "one under the other". Otherwise the drawers and the base would not be connected in space extent.
Look at the next picture, corresponding to set of points B1, B2, B3 and B4.


Set of points B1, B2, B3, B4 can be described by next two expressions:
A = B1 or B2 or B3 or B4
N(A) = N(B1) and N(B2) and N(B3) and N(B4) and X
The first expression means that the generic point A is equal to B1 or B2 or B3 or B4. The second expression means that N(A), set of those points, in addition to have the Bn individual points, must have an X element, extraneous/overall to individual, to indicate X = "equidistant from C point”, otherwise it would be abstract,  not a material set of points extended on a plane. 
Instead of write X = "equidistant from C point”, we can write X = "equidistant from each other", and still we have a set of points extended in space. Only the lack of  X  makes an unextended set, without space extent.

The next examples are specifically about Mathematics.

A set of numbers, finite or infinite, is unextended in space, with no height, width or depth, and we can write it as:
I = {1, 2, 3, 4 ,… }
With our methodology, we can rewrite the set using the next two expressions:
n = 1 or 2 or 3 or 4 or …
N(n) = N(1) and N(2) and N(3) and N(4) and …
The first expression means that the generic element “n” is equal to 1 or 2 or 3 or 4 and so on. The second expression means that the set of those numbers is equal to 1 and 2 and 3 and 4 and so on. Now let's try to add an X element in logical conjunction, extraneous/overall to elements, such as X = "increasing order":
N (n) = N (1) and N (2) and N (3) and N (4) and… and X.
Well, we see that adding extraneous/overall X="increasing order", the unextended set becomes extended in space,  because “increasing order” means a straight line, a thermometer, a clock, which are all extended in space objects. In fact, the increasing order leads a position from bottom to top, or left to right, which are concepts inherent the space extent.

Let's see the next example.
“P” point in the “n” dimensional Cartesian space can be written as P = (x1, x2, x3,…, xn).
With our methodology, that point can be described by next two expressions:
r = x1 or x2 or x3 or … or xn
P = N(r) = N(x1) and N(x2) and N(x3) and … and N(xn) and X
The first identifies a generic real number "r", equal to x1 or x2 or x3 or… or xn. The second identifies “P” point, having in addition to real numbers an X element extraneous/overall to individual numbers, to indicate "numbers are coordinates", otherwise P would be only an abstract list of "n" real numbers. This X element characterizes P extended in space, such as the mathematical functions. Otherwise, the lack of X, reduce P to an unextended list of numbers.

Finally, we will conclude this paragraph giving one of the previous examples: 
difference between beauty, unextended in space, and Miss America, extended in space.
Beauty can be described by next two expressions:
example = harmony or youth or seduction
Beauty = N(example) = N(harmony) and N(youth) and N(seduction)
The first expression identifies a single example of beauty, equal to harmony, youth or seduction. The second expression defines beauty as the set of these singular examples, where the "or" elements are in perfect one-to-one correspondence with the "and" elements, without X extraneous/overall parts.
Opposite to beauty, Miss America can be described using next two expressions:
Element = bone or muscle or dental filling
Miss America = N(Element) = N(bone) and N(muscle) and N(dental filling) and X
The first expression identifies the generic component of Miss America as a bone, a muscle or a dental filling. The second expression identifies Miss America, having in addition to singular elements, an X component, extraneous/overall to singular elements, that means the beauty, harmony and seduction, to characterize whole set “Miss America” extended in space.

Three-dimensional Venn diagrams

The previous two paragraphs lead us to imagine concepts as two-faced objects. Each object has two faces: it can be a single element or a whole, depending on choose "or" or "and" operator. As you can see in the next picture, the metaphorical representation of an object is a three-dimensional Venn diagram. One of the two orthographic projections corresponds to "or" view, where the components are mutually exclusive and their intersection returns the empty set. The other orthographic projection corresponds to "and" view, where the components intersect each other to return the whole set. For example, a single coin toss can give head or tail, and one of the two options excludes the other, however, the whole that give heads and the whole that give tails are not alternative, but they intersect themselves to return the overall idea of coin toss.



Below we can see the metaphorical representation of an extended in space object. You remember the extended ones as characterized by an X element extraneous/overall to elements of logical disjunction, added to logical conjunction. The resulting Venn diagram corresponds to a strange three-dimensional shape, so we name “junction”. The extraneous/overall element seems a nail into the shape to fix the parts together.













The book

Lately, the author published the book "L’estensione nello spazio" (Space extent in english), edited by YouCanPrint, January 2022, where for the first time defines space extent with these concepts. The book explains other important issues, such as difference between abstract and concrete,  potentiality and actuality, spacetime, using the same Kantian criterion of analytic and synthetic propositions. New edition of the book will be released shortly, containing revisions, improvements, and references to Propositional Logic and three-dimensional Venn diagrams that you have seen here.