domenica 30 aprile 2023

Le Storie di Leo - sogni sconosciuti

 

Il richiamo dell'avventura.
Oppure la nostalgia dei vecchi giochi ?

"Hey Leo ! Lo sai che nel garage dove giocavamo da bambini adesso c'è un negozio che vende articoli elettronici?"
"Sì, Marco. Ma ormai è passato tanto tempo... andiamo a vedere!"

E' la prima volta che i due ragazzi pensano di tornare nel garage.
Alla loro età, sono ancora troppo giovani per ripetersi,
quindi confidano più nelle sorprese del futuro,
che nella strenua ripetizione dei giochi infantili.

Eppure l'anelito verso l'ignoto li porta ancora lì.
Negli spazi ombrosi e freddi del garage.


L'interno del negozio è accogliente e informale.
Il personale è molto qualificato, ma non sa nulla del passato.
Come è giusto che sia, non sanno nulla dei loro vecchi giochi, dei loro antichi desideri, degli amici e delle ragazze che Leo e Marco hanno conosciuto e rincorso tra le colonne del garage.

Il tecnico è un uomo di mezza età. Sembra un tipo simpatico e spiritoso.
Forse sarebbe proprio la persona adatta, che ascolterebbe volentieri le loro storie.


D'un tratto il ronzio dei computer e dei monitor riporta Leo e Marco alla realtà.
Cosa sta succedendo ?
Il tecnico è concentratissimo. Eppure non ci sono clienti. 
Nè partite di calcio in TV.

"Sta accadendo adesso" farfuglia manovrando il ricevitore.
"Sono immagini di un missile che sta atterrando" dice Marco.
"Ma dove, qui a Roma ?" chiede Leo.


"Egregi signori del Cosmo... uniamo i nostri spiriti per plasmare il fluire della vita"
esclama il tecnico con tono ieratico davanti al monitor.

"Molto simpatico, si capiva che aveva visto tutti gli episodi di Star Trek" 
pensa Leo.
Marco gli si rivolge, come se si aspettasse qualcosa da lui, ma Leo si sente preso in contropiede e risponde:
"Ehm...si...è vero, non ci avevo mica pensato".
"Ah ah ah...Leo sei proprio ridicolo..." gli dice Marco, che poi prosegue:
"il tecnico è molto più bravo di te !
E' da una vita che aspetti alieni ed extraterrestri, ma poi quando vengono
non sai più che dire. Dov'è la tua fantasia ?"

"Se l'è mangiata il gatto ?" si domanda Leo tra sè.
"Marco ha ragione. Forse ormai siamo stanchi di queste fantasie
e stiamo impiegando la nostra creatività per risolvere un altro tipo di problemi"



Leo è indifferente alla discesa degli alieni.
Piuttosto cerca quel ripostiglio dietro il negozio, dove da bambini nascondevano i loro giochi.
"Dietro questo ripostiglio c'è ancora l'angolo dove giocavamo da bambini!" 
dice Leo mentre sposta pezzi di legno e di ferro.
"Sì, ma stai attento... ormai i ferri sono tutti arrugginiti !" risponde Marco.


Per terra c'è una ceramica bianca rettangolare, che apre uno squarcio nella memoria di Leo.
"E questo cos'era ?" chiede a Marco.
"Ti ricordi ?" risponde Marco "per noi era il monolito di 2001 Odissea nello Spazio".
"Ah sì ?" chiede Leo. "Ma il monolito è nero, quest'affare invece è bianco."
"Certo !" risponde Marco "ma nella nostra fantasia era nero !"
"E quella palla cos'era ?" insiste Leo.
"Quella palla era la Morte Nera di Guerre Stellari" risponde Marco
"Ma la morte è nera, invece la palla è bianca" ribadisce Leo.
"Leo, ma non ricordi che la Morte Nera è bianca pure nel film di George Lucas ?
Come farebbero altrimenti gli spettatori a distinguere un pianeta nero su sfondo nero ?"
Ormai tutto quello che rimane dei loro sogni di bambini sono frammenti di ceramica, bianchi come una lapide.


Dietro il ripostiglio c'è uno spazio che si apre sul garage, 
dove da sempre i condomini parcheggiano le loro automobili.
C'è anche un pedaggio per consentire il parcheggio al personale del negozio e ai clienti.
"Guarda, Marco ! Quella donna aliena sta combattendo un mostro !" 
esclama Leo.
Col buio non si vede quasi niente, ma Leo e Marco capiscono subito che devono andarsene da lì. Forse è atterrato un missile. Forse no. Ma lo scenario è imprevedibile.


Fuori dal garage, Leo e Marco decidono di tornare a casa.
"Marco, abbiamo fatto bene ad andarcene. Ormai il garage è cambiato. E' diventato un posto insicuro. Non è più come quando ci giocavamo da bambini" dice Leo.
"No, Leo" lo corregge Marco.
"Siamo noi ad essere cambiati. Il garage è sempre stato un ricettacolo di alieni e di mostri. Ma i sogni che prima ci erano familiari, e che ci eccitavano e motivavano, adesso invece ci spaventano e non li riconosciamo più."

"Hai ragione Marco" chiosa Leo.
"E allora domani torneremo ancora nel garage. Perchè i sogni sono tutto ciò che abbiamo. Non possiamo permetterci che diventino sogni sconosciuti !"

FINE
Storia e disegni di Leo001

2 commenti:

  1. Ogni volta che torno qui rimango sospeso tra sogno e realtà. La verità è che anch'io sono rimasto bambino

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  2. Vero Prof. Però sto disegnando un pò troppe storie di Leo.
    Mi piacerebbe tornare a disegnare anche le storie fantascientifiche
    di Star Trek, UFO e Spazio 1999.

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