La nostra mente ci consente di comprendere il mondo e le persone intorno a noi. Non solo, ma siamo in grado anche di interagire con il mondo, di manipolarlo, e di relazionarci con gli altri. Ovviamente questo avviene in modalità diverse: alcuni di noi sono più bravi nel comprendere e manipolare la realtà, altri nel relazionarsi empaticamente con il prossimo.
Eppure, nonostante questa capacità di rivolgerci verso l'esterno, la coscienza rimane un mistero, perchè siamo intrappolati ed imprigionati dentro di essa.
Eppure, nonostante questa capacità di rivolgerci verso l'esterno, la coscienza rimane un mistero, perchè siamo intrappolati ed imprigionati dentro di essa.
Per tutta la vita siamo obbligati a rimanere noi stessi e non possiamo personificare nessun altro all'infuori di noi stessi. Questa caratteristica della coscienza, che sembra aperta nei confronti del mondo, ma che al tempo stesso ci mantiene intrappolati in noi stessi, ha sempre incuriosito i filosofi e dato adito a varie riflessioni.
Molti pensatori sono giunti alla conclusione che non possiamo dimostrare in alcun modo l'esistenza del mondo o delle altre persone.
Il mondo potrebbe essere un sogno, cioè una visione generata dalla nostra mente. Le altre persone potrebbero non esistere, cioè potrebbero essere dei robot, oppure delle ombre prive di coscienza. Queste prese di posizione filosofiche sono chiamate "solipsismo" oppure "idealismo soggettivo" e non sono facili da confutare. Generalmente, per confutarle, si ricorre alla fede religiosa, oppure ad argomenti logici.
Immanuel Kant, nel suo libro "Critica della ragion pura", scritto nel 1787, propose una confutazione abbastanza convincente del solipsismo, basandosi sul tempo. Kant si accorse che tutti i nostri pensieri, compresa l'idea che abbiamo di noi stessi, si svolgono nel tempo. Di conseguenza il tempo è un presupposto della nostra coscienza e deve esistere fuori di essa. Una volta dimostrato che il tempo è esterno a noi, ne deriva che esiste anche un mondo esterno a noi, che però potrebbe essere diverso da come ci appare quotidianamente.
Io vorrei fornire un ulteriore argomento, simile a quello di Kant, basandomi però sulle dimensioni geometriche extra. Noi non riusciamo ad intuire, nè ad immaginare, figure geometriche che abbiano più di tre dimensioni, anche se riusciamo a scriverne le proprietà matematiche. Ora, se quelle figure fossero un'illusione prodotta dalla nostra mente, noi dovremmo essere anche in grado di intuirle. Se non possiamo intuirle, vuol dire che la nostra mente è realmente parte di un mondo esterno tridimensionale.
Un'altra confutazione del solipsismo sono le donne.
Se le donne dovessero dubitare dell'esistenza di un mondo esterno ad esse,
allora dovrebbero disconoscere anche il bambino che portano nel grembo.
Proprio per questo motivo le donne sono naturalmente portate a respingere il solipsimo e l'idealismo soggettivo, al punto che queste filosofie risultano per loro incomprensibili.
La donna sostituisce l'"io penso" di Cartesio e l'"io sono" di Kant con i "lui pensa" e "lui è" riferiti al bambino che porta nel grembo.
Ad ogni modo, queste confutazioni del solipsismo non spiegano la separazione delle coscienze. Se la realtà esterna esiste, per quale motivo la coscienza non può raggiungerla? Per quale motivo non possiamo personificare gli altri ? Perchè le coscienze sono separate ?
In questo topic viene proposta una spiegazione darwinistica della separazione delle coscienze. In base a questa nuova ipotesi, la separazione delle coscienze, proprio come la separazione dei sessi, sarebbe apparsa sul nostro pianeta centinaia di milioni di anni fa, per consentire lo sviluppo e la prosecuzione della vita.
Se la coscienza fosse rimasta un tutto unico, la distruzione di una singola cellula, o di una piccola parte, avrebbe procurato una sofferenza insopportabile per la vita dell'intero universo, compromettendone la continuità. Invece, la separazione delle coscienze, ha garantito che la perdita o la distruzione di un singolo organismo non comportasse un attacco alla vita intera, tramite l'isolamento e la neutralizzazione della parte offesa.
Nella prossima immagine vediamo due diversi episodi relativi alla separazione delle coscienze. In Figura A vediamo uno scenario che si riferisce a centinaia di milioni di anni fa. Un lampo di raggi cosmici colpisce una colonia di batteri, distruggendone alcuni. Nonostante la drammaticità dell'evento, la separazione delle coscienze garantisce la prosecuzione della vita sulla Terra, limitando la sofferenza ai soli batteri che vengono distrutti. In Figura B vediamo uno scenario attuale. Un subacqueo insegue uno squalo, che a sua volta insegue pesci più piccoli. La separazione delle coscienze garantisce la continuità della catena alimentare, perchè se il cacciatore si immedesimasse nella preda, si rifiuterebbe di ucciderla.
Appare evidente quindi che la separazione delle coscienze, proprio come la separazione dei sessi, si rende utile per la prosecuzione del gioco della vita.
Però, proprio come la differenza sessuale, si tratterebbe solamente di una differenza di facciata, perchè dietro le quinte la vita rimarrebbe unica. Quindi attraverso tecniche particolari sarebbe possibile ricongiungersi alla prima coscienza universale, che risale ad un'epoca remota, precedente l'evoluzione del midollo spinale e del cervello. Anzi, il midollo spinale ed il cervello sarebbero di ostacolo a quella consapevolezza cosmica che ha preceduto il loro sviluppo.
Però, proprio come la differenza sessuale, si tratterebbe solamente di una differenza di facciata, perchè dietro le quinte la vita rimarrebbe unica. Quindi attraverso tecniche particolari sarebbe possibile ricongiungersi alla prima coscienza universale, che risale ad un'epoca remota, precedente l'evoluzione del midollo spinale e del cervello. Anzi, il midollo spinale ed il cervello sarebbero di ostacolo a quella consapevolezza cosmica che ha preceduto il loro sviluppo.
Nessun commento:
Posta un commento