Visualizzazione post con etichetta Le Storie di Leo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Le Storie di Leo. Mostra tutti i post

venerdì 2 febbraio 2024

Le Storie di Leo - Il Grande Esodo

 

"Leo, comincia a piovere a dirotto... conviene che ci chiudiamo in quel cinema..."
"Ma non abbiamo la tessera... è un club!"

L'oscurità scende come una coltre sulle strade della città.
Leo e il suo amico Marco non volevano trascorrere tutto il pomeriggio chiusi in casa, ma la pioggia e il maltempo rendono indistinto e inaccessibile il paesaggio urbano che li circonda.

Forse non concluderanno piacevolmente la serata all'aria aperta,
ma daranno comunque un senso al loro desiderio di evasione.


"Death danger! Che titolo banale per un film!"
"Ma no, Leo! Lì c'è l'impianto elettrico! Non puoi entrare!"

Va bene che con il buio si vede poco, ma a tutto c'è un limite, anche all'inaccortezza! Entrare nella cabina elettrica e rimanere fulminati non è il modo migliore per concludere la giornata!
Forse Leo avrebbe bisogno di un paio di occhiali, oltre che dell'ombrello!


Come da copione, si spostano le tende e si entra nell'ignoto.
Nei film comici, il protagonista rimane intrappolato nella tenda,
finchè sopraggiunge la mascherina che lo aiuta ad introdursi.
Nei film horror invece, si odono sospiri, finchè la tenda si apre come fosse un sipario.
Nel nostro caso l'entrata non disvela sorprese.
Non c'è una cassa dove pagare il biglietto, nè sorveglianti che chiedono la tessera.
Leo e Marco possono accomodarsi come meglio credono, 
trovando due posti accanto ad un signore piuttosto maleducato,
che in dialetto romanesco esprime disappunto senza distogliere lo sguardo dai titoli di testa sul grande schermo.


Che fortuna! Proiettano un film della serie fantascientifica Spazio 1999, quella preferita da Leo. Fortuna relativamente, perchè Leo ha già visto tutti gli episodi, per cui non si aspetta grosse novità. Però rivederla sul grande schermo è tutta un'altra cosa!
Adesso Leo si sente come a casa sua, nonostante il maltempo, fuori dal cinema, abbia stravolto i suoi progetti escursivi.


La trama si snoda come un thriller.
In uno scenario da fanta-horror, gli alphani, dispersi nello spazio e in cerca di approdo, capiscono che non possono stabilirsi su quel pianeta abitato da mostruosi artropodi, nonostante le condizioni climatiche siano compatibili con quelle terrestri.
Poi la scena cambia e lo scienziato Victor Bergman afferma:
"possiamo scendere sul pianeta!"
Il Comandante Koenig e la dottoressa Russell aggiungono entusiasti:
"finalmente si scende! Preparare l'operazione Exodus per iniziare una nuova vita!"

A questo punto Leo è piuttosto perplesso e non riesce più a seguire la trama.
Questo episodio non se lo ricordava.
"Ma come..." dice rivolgendosi a Marco
"fino a due secondi fà dicevano che non potevano scendere... e adesso hanno cambiato idea? Ma gli artropodi sono morti? Non ci ho capito nulla!"
"Bè... in effetti..." risponde Marco "che vuoi che ti dica? Questi film vengono realizzati assemblando vari episodi... tagliano qua e la e poi ricompongono... così li fanno"

"Basta! Silenzio! Bastaaa! " esclama il romanaccio seduto fra di loro, più seccato che mai.


Dopo pochi minuti le immagini sfumano e appaiono i titoli di coda,
lasciando attoniti Leo e Marco.
Finalmente quel signore seduto fra di loro distoglie l'attenzione dallo schermo
e si rivolge ai due ragazzi:
"Adesso capite perchè non si capisce?"
"Capiamo perchè non si capisce?" domanda Leo ancora più confuso.
"Hanno tagliato tutta la parte centrale del film..." prosegue quel signore.
"Io ero sceso sul pianeta e avevo ucciso gli artropodi, così che poi gli alphani sono potuti atterrare.
Senza la mia parte il film non ha senso, ma i produttori hanno deciso di tagliarla!"
"Accidenti!" esclama Leo, che poi prosegue:
"quei tagli hanno sicuramente rovinato la qualità del film, oltre che la sua carriera, immagino."
"Ma 'nfatti!" prosegue il signore in dialetto romanesco, sempre più infervorato.
"Dicevano che non ero capace! Che non sapevo recitare! Ma senza di me non sarebbero mai scesi sul pianeta!"


"Capo! Noi siamo pronti per il Grande Esodo!"
esclama un misterioso spettatore che se ne stava seduto sulla poltroncina.
Il signore romanesco esclama:
"Non dovevano farmi questo... perchè io sono un grande attore... tutti noi siamo grandi attori... e questo sarà il nostro esodo!"
"Ehy! Dove andate? Fuori piove!" risponde Marco.
"Ma lì c'è scritto Death Danger! Non si esce da lì!" aggiunge Leo, mentre si rende conto che questa serata sarà diversa da tutte le altre.


Leo e Marco osservano stupefatti la fila di spettatori che si avvicina alla porta di sicurezza.
Sono tutti attori, comparse che sono state tagliate dalle scene principali del film,
e che adesso avranno una nuova occasione... la grande occasione che aspettavano da tempo!
"Fuori c'è il buio... c'è l'ignoto..." osserva Leo.
"Uniamoci anche noi! Questo è l'esodo che aspettavamo da tempo!" risponde Marco "Non possiamo perdere questa occasione, sarà anche il nostro esodo!". Dopodichè i due ragazzi si accodano agli altri.

FINE
Storia e disegni di Leo001

giovedì 31 agosto 2023

Le Storie di Leo - M.H.M.



Il garage !
E' qui che questi ragazzi vengono a leggere i fumetti, ma è anche qui che i loro sogni possono trasformarsi in incubi.

Silenzio vuol dire concentrazione, mancanza di rumore, ma vuol dire anche iper-sensibilità a qualsiasi sussulto, a qualsiasi fruscio, cioè la certezza che non sono soli perchè un estraneo si muove fra le ombre.

Purtroppo, la lontananza da familiari e impegni scolastici è al tempo stesso lontananza dal riparo e dalle certezze.



I fumetti abitano lì, dentro gli scatoloni nascosti dietro il parcheggio nel garage.
Ma non è detto che un solo eroe sia sufficiente a proteggere questi ragazzi  da una minaccia incombente.
La donna invisibile proietta un campo di forza infrangibile, perchè l'invisibilità non è di aiuto in un ambiente già buio.


Ma i mostri esistono veramente ?
Molti credono di sì e studiano un modo per fermarli.
E' proprio per questo motivo che il dottor Reed Richards, il capo dei Fantastici Quattro, è stato convocato presso la sede delle Stark Industries dal presidente Tony Stark, che vuole informarlo in merito al progetto M.H., cioè Metal-Human.
"Si tratta di un involucro di metallo con all'interno un vigilante.
E' una tecnologia simile a quella di Iron Man, ma più semplice e meno costosa.
Contiamo di consegnarne una ventina alla polizia di stato"
sintetizza Tony Stark
"Che però si servirà di vigilanti privati addestrati da voi"
precisa il dottor Richards.



Nel frattempo sono arrivati i rinforzi.
Johnny Storm, la Torcia Umana, è il fratello della Donna Invisibile.
I suoi poteri sono sicuramente utili dove non c'è luce, però vanno usati con moderazione, perchè in un ambiente chiuso la fiamma brucia tutto l'ossigeno e satura l'aria di anidride carbonica.

Il fumo, le ombre proiettate dalla fiamma e la strana sagoma furtiva che si nasconde dietro le colonne rendono poco piacevole la permanenza nel garage, nonostante la vicinanza di quegli eroi che i ragazzi hanno sempre sognato di incontrare.



Tony Stark è andato oltre.
Le sue iniziative non mancano di sorprendere il dottor Richards.
Infatti, mentre la scienza avanza lentamente, al contrario l'industria progredisce molto più rapidamente.
Purtroppo il mondo della scienza, che qui viene rappresentato dal dottor Richards, ha a disposizione pochi fondi e si basa sul talento e la curiosità intellettuale di alcune menti brillanti.
Al contrario l'industria ha milioni di clienti e fornitori in tutto il mondo,
quindi antepone alla ricerca teorica il perfezionamento e la specificità dei prodotti che deve vendere.

Tony Stark illustra al dottor Richards il nuovo progetto M.M.H. che ha già soppiantato il vecchio M.H.

M.M.H. vuol dire Metal-Metal-Human, cioè un doppio involucro di metallo, uno dentro l'altro, con all'interno il vigilante. "Ma è una potenza incredibile !" esclama sorpreso il dottor Richards.


"Ehy ! Accendi la fiamma, Torcia, che qui non vedo niente !" esclama Ben Grimm, La Cosa.
"E' già accesa, scemo" gli risponde Johnny Storm.
La Cosa procede a tentoni e poi aggiunge:
"Si vede poco. Ho trovato solo alcuni scatoloni pieni dei nostri vecchi fumetti.
Stavo rileggendo la storia del Mostro dalla Laguna Perduta, che non ricordavo come andasse a finire, Fantastic Four n.97, credo."
"Ma se invece di perdere tempo a leggere cose che già sai, provvedi a quello che non sai, è meglio. C'è un mostro qui nel garage, non nella laguna perduta" risponde seccato Johnny Storm.



La sera stessa il dottor Reed Richards indice una riunione dei Fantastici Quattro presso il loro quartier generale nel Baxter Building per trarre le conclusioni sulle ultime apparizioni di mostri.
"Amici, per un errore di digitazione il progetto M.M.H. è stato elaborato come M.H.M., cioè un involucro di metallo, con all'interno un essere umano...
con all'interno un altro involucro di metallo. 
Si tratta di un errore che si è verificato presso gli stabilimenti delle Stark Industries"

Purtroppo i computer sono così.
Basta sbagliare una lettera che il risultato diventa imprevedibile,
completamente diverso da quello atteso.
Chiamatelo errore di distrazione, di sintassi, o come volete,
ma la spiegazione è al tempo stesso tragica, banale e ineluttabile.


M.H.M. 
Metal-Human-Metal
Un involucro di metallo, con all'interno un essere umano, con all'interno un altro involucro di metallo.
E questo è il Terrore.

FINE
Storia e disegni di Leo001
I Fantastici Quattro e Tony Stark sono creazioni di Stan Lee e Jack Kirby, di proprietà della Marvel

domenica 30 aprile 2023

Le Storie di Leo - sogni sconosciuti

 

Il richiamo dell'avventura.
Oppure la nostalgia dei vecchi giochi ?

"Hey Leo ! Lo sai che nel garage dove giocavamo da bambini adesso c'è un negozio che vende articoli elettronici?"
"Sì, Marco. Ma ormai è passato tanto tempo... andiamo a vedere!"

E' la prima volta che i due ragazzi pensano di tornare nel garage.
Alla loro età, sono ancora troppo giovani per ripetersi,
quindi confidano più nelle sorprese del futuro,
che nella strenua ripetizione dei giochi infantili.

Eppure l'anelito verso l'ignoto li porta ancora lì.
Negli spazi ombrosi e freddi del garage.


L'interno del negozio è accogliente e informale.
Il personale è molto qualificato, ma non sa nulla del passato.
Come è giusto che sia, non sanno nulla dei loro vecchi giochi, dei loro antichi desideri, degli amici e delle ragazze che Leo e Marco hanno conosciuto e rincorso tra le colonne del garage.

Il tecnico è un uomo di mezza età. Sembra un tipo simpatico e spiritoso.
Forse sarebbe proprio la persona adatta, che ascolterebbe volentieri le loro storie.


D'un tratto il ronzio dei computer e dei monitor riporta Leo e Marco alla realtà.
Cosa sta succedendo ?
Il tecnico è concentratissimo. Eppure non ci sono clienti. 
Nè partite di calcio in TV.

"Sta accadendo adesso" farfuglia manovrando il ricevitore.
"Sono immagini di un missile che sta atterrando" dice Marco.
"Ma dove, qui a Roma ?" chiede Leo.


"Egregi signori del Cosmo... uniamo i nostri spiriti per plasmare il fluire della vita"
esclama il tecnico con tono ieratico davanti al monitor.

"Molto simpatico, si capiva che aveva visto tutti gli episodi di Star Trek" 
pensa Leo.
Marco gli si rivolge, come se si aspettasse qualcosa da lui, ma Leo si sente preso in contropiede e risponde:
"Ehm...si...è vero, non ci avevo mica pensato".
"Ah ah ah...Leo sei proprio ridicolo..." gli dice Marco, che poi prosegue:
"il tecnico è molto più bravo di te !
E' da una vita che aspetti alieni ed extraterrestri, ma poi quando vengono
non sai più che dire. Dov'è la tua fantasia ?"

"Se l'è mangiata il gatto ?" si domanda Leo tra sè.
"Marco ha ragione. Forse ormai siamo stanchi di queste fantasie
e stiamo impiegando la nostra creatività per risolvere un altro tipo di problemi"



Leo è indifferente alla discesa degli alieni.
Piuttosto cerca quel ripostiglio dietro il negozio, dove da bambini nascondevano i loro giochi.
"Dietro questo ripostiglio c'è ancora l'angolo dove giocavamo da bambini!" 
dice Leo mentre sposta pezzi di legno e di ferro.
"Sì, ma stai attento... ormai i ferri sono tutti arrugginiti !" risponde Marco.


Per terra c'è una ceramica bianca rettangolare, che apre uno squarcio nella memoria di Leo.
"E questo cos'era ?" chiede a Marco.
"Ti ricordi ?" risponde Marco "per noi era il monolito di 2001 Odissea nello Spazio".
"Ah sì ?" chiede Leo. "Ma il monolito è nero, quest'affare invece è bianco."
"Certo !" risponde Marco "ma nella nostra fantasia era nero !"
"E quella palla cos'era ?" insiste Leo.
"Quella palla era la Morte Nera di Guerre Stellari" risponde Marco
"Ma la morte è nera, invece la palla è bianca" ribadisce Leo.
"Leo, ma non ricordi che la Morte Nera è bianca pure nel film di George Lucas ?
Come farebbero altrimenti gli spettatori a distinguere un pianeta nero su sfondo nero ?"
Ormai tutto quello che rimane dei loro sogni di bambini sono frammenti di ceramica, bianchi come una lapide.


Dietro il ripostiglio c'è uno spazio che si apre sul garage, 
dove da sempre i condomini parcheggiano le loro automobili.
C'è anche un pedaggio per consentire il parcheggio al personale del negozio e ai clienti.
"Guarda, Marco ! Quella donna aliena sta combattendo un mostro !" 
esclama Leo.
Col buio non si vede quasi niente, ma Leo e Marco capiscono subito che devono andarsene da lì. Forse è atterrato un missile. Forse no. Ma lo scenario è imprevedibile.


Fuori dal garage, Leo e Marco decidono di tornare a casa.
"Marco, abbiamo fatto bene ad andarcene. Ormai il garage è cambiato. E' diventato un posto insicuro. Non è più come quando ci giocavamo da bambini" dice Leo.
"No, Leo" lo corregge Marco.
"Siamo noi ad essere cambiati. Il garage è sempre stato un ricettacolo di alieni e di mostri. Ma i sogni che prima ci erano familiari, e che ci eccitavano e motivavano, adesso invece ci spaventano e non li riconosciamo più."

"Hai ragione Marco" chiosa Leo.
"E allora domani torneremo ancora nel garage. Perchè i sogni sono tutto ciò che abbiamo. Non possiamo permetterci che diventino sogni sconosciuti !"

FINE
Storia e disegni di Leo001

mercoledì 16 novembre 2022

Le Storie di Leo - I due scherzosi

 

"Ma insomma Leo, possibile che tu non sapessi nulla dei Due Scherzosi, queste antiche divinità etrusche ?" 
gli domanda Andrea, davanti all'entrata del palazzo espositivo.
"No, non sapevo nulla di questa esposizione. Più che arte estrusca, sembrano sculture moderne, tipo Robert Muller" riflette Leo.
"Ma che ne sai Leo, che ne sai !" esclama Andrea.
"Se i biglietti li paghi tu, sarei anche disponibile a visitare la mostra !" 
propone Leo
"Sei proprio un amante dell'arte ! Entriamo !" chiosa Andrea.


"Porca loca ! Siamo in Italia ! Sono rimasti solo i due piedistalli !" esclama Andrea.
Proprio così. 
Dopo pochi minuti i passi dei due ragazzi smettono di rimbombare nel vuoto delle sale espositive, perchè si fermano davanti alla teca contenente i Due Scherzosi. Il vetro è stato frantumato e la teca è vuota.
"Qualcuno ha fatto uno scherzo ai due scherzosi" dice Andrea.
"Oppure sono loro che hanno fatto uno scherzo a noi" ipotizza Leo.


La mostra si è rivelata molto interessante.
Gli dei etruschi sono più o meno gli stessi degli antichi romani sotto altri nomi.
Almeno così pareva ai due ragazzi.
Lo spazio espositivo era quasi vuoto perchè i due sono entrati all'ora di chiusura.
All'uscita dalla mostra c'è una gran baldoria così che Leo ed Andrea decidono di concludere la serata andando a mangiare "da Peppino".
"Hey Leo ! Al banco ci sono Marta e Luana !"
esclama Andrea che riconosce subito le compagne di classe.
"E chi è che sta offrendo loro da bere ?" domanda Leo.
"Sono i due scherzosi, proprio loro !" risponde Andrea incredulo.
A quanto pare non sono stati rubati, ma dopo tanti secoli hanno deciso di riprendere vita per andare a spassarsela in giro per Roma, riflette Leo.
Loro sì che sanno intrattenere le ragazze, non sono imbranati come Leo ed Andrea.


Certo che quei due sono proprio scherzosi !
Le due divinità estrusche scappano via senza pagare il conto,
 così che Marta e Luana rimangono da sole come due sceme.
"Che farabutti !" esclama Andrea, che subito dopo aggiunge:
"Però Leo, se ci pensi bene, questa è la tua grande occasione.
Vai al banco e offri tu da bere alle ragazze !"
"Aspetta Andrea, ma che stai dicendo ? Uhmmm...uhmmm...
fammi pensare ! Uhmmm...però è vero !"
risponde Leo grattandosi la testa.


Dopo essersi grattato la testa,
Leo decide di farsi avanti per offrire da bere alle ragazze.
Fish-burger, patatine fritte e coca cola.
Per così poco !
"Ragazze, proprio non capisco come possano rimanere in circolazione due cafoni come quelli ! Per fortuna ci penso io a voi due !"
esclama Leo pavoneggiandosi.


Leo ed Andrea raggiungono il tavolo per proseguire con le ordinazioni.
"Bravo Leo, ottima performance !" esclama Andrea. 
"Vedrai che Marta e Luana ti rivaluteranno sicuramente !".
"Ne sei sicuro, Andrea ? Francamente ho sempre avuto grosse difficoltà 
a comunicare con le ragazze" ammette Leo.
"E che c'era scritto su quel biglietto che hanno lasciato sul tavolo ?"
domanda Andrea.
"Il XX secolo è troppo serio e drammatico per noi scherzosi, saranno altri a continuare i nostri scherzi. Addio !
Così hanno lasciato scritto prima di fuggire.
Chissà cosa avranno voluto dire !"


"Peppino portaci il conto !" chiama Andrea.
"Allora ragazzi, una pizza capricciosa, una quattro formaggi, due supplì, due bruschette e due birre: 30 euro !"
risponde Peppino.
"Leo, devi offrire tu perchè io non ho più una lira.
Ho pagato i biglietti per la visita al museo di arte estrusca, ti ricordi ?" dice Andrea.
"Ma io ho offerto da mangiare e da bere alle ragazze... ormai le mie tasche sono vuote !" risponde Leo.
I due amici cominciano a sudare freddo.
"E' come se i Due Scherzosi avessero calcolato tutto.
Prima ci hanno fatto comprare i biglietti del museo, poi ci hanno fatto offrire alle ragazze e adesso siamo rimasti senza soldi. 
Come facciamo ?" domanda Leo.
Andrea è in preda al panico:
"Peppino ce la farà pagare ! Lui non perdona !
Dovremo rimanere tutta la vita qui a lavare i piatti, ti rendi conto Leo ?"
"Dobbiamo fare alla romana ! Ecco come ! Dobbiamo scappare ! 
Questa è l'unica soluzione !"
conclude Leo


"Maledetti scherzosi ! Tornate qui !"
urla al vento Peppino, al termine di una giornata complicata.
Leo ed Andrea sono come ombre fugaci nel buio, che adesso finalmente comprendono il significato della profezia dei Due Scherzosi.
"Hai sentito, Leo ? Peppino ci ha chiamati maledetti scherzosi !"
"Proprio così, Andrea. L'antica profezia etrusca si è avverata.
Sul biglietto c'era scritto che sarebbero stati altri a continuare i loro scherzi.
E adesso si sono reincarnati in noi ! Dobbiamo fuggire !"

Gli scherzi ci saranno sempre nel mondo.
Perchè la durezza della vita e l'insoddisfazione amorosa troveranno sempre una via di fuga nell'umorismo e nella trasgressione. 
Dall'oltretomba etrusco si ode l'eco di antiche risa:
"IH IH IH ..."
"OH OH OH ..."

Fine
Storia e disegni di Leo001

domenica 25 settembre 2022

Le Storie di Leo - Cercare la normalità

 
Il maestro Chon è sicuramente un personaggio molto affascinante,
eppure i suoi insegnamenti si rivelano alquanto noiosi.

Leo si era iscritto alla palestra di Chon-Cheng per diventare più forte
e combattere i bulli, ma le cose non vanno esattamente come avrebbe voluto.

Il maestro Chon gli volta subito le spalle e inizia così la prima lezione: "Leo, alza le braccia molto lentamente e riabbassale. Poi respira profondamente"

"Ma certo !" risponde Leo.

"E adesso chiudi gli occhi e porta l'indice della mano destra sul naso.
Poi portaci l'indice della mano sinistra" prosegue Chon.

"E come no ?" risponde Leo.

"E adesso ricordati di cercare sempre la normalità. Cerca la normalità. Cerca la normalità" ripete Chon.

"Sicuramente cercherò sempre la normalità" risponde Leo sarcastico.
"Bah... queste lezioni del maestro Chon sono troppo noiose, così non imparo niente, non diventerò mai più forte !" pensa Leo. "Vediamo se il maestro Cheng, che si trova nell'altra stanza, saprà istruirmi meglio"


Il maestro Cheng è tutta un'altra storia !
Leo lo trova in un contesto molto più dinamico e avveniristico, alle prese con i suoi allievi e le sue figlie.

Gli allievi del maestro Cheng sono veri e propri uomini mascherati, capaci di combattere, e le sue figlie contribuiscono a modo loro, sostenendolo e aiutandolo.

"Complimenti maestro Cheng ! E' così che voglio diventare ! Forte come i suoi allievi mascherati !" esclama Leo.

"Davvero ?" risponde il maestro Cheng meravigliato "Eppure tutti i miei allievi sono stati sconfitti ! La loro professionalità e preparazione non è servita a nulla !"

"Ma come sarebbe ?" gli risponde Leo
"Comunque non dovete scoraggiarvi,
si sa che il mondo delle arti marziali è molto difficile !"


"Ecco Leo, guarda !" gli dice il maestro Cheng
"Ho progettato un'armatura di bronzo sul modello di quelle cinesi del XII secolo. Questa è l'ultima possibilità che ho per sconfiggere il mio rivale ! Nooo ! Che cosa succede ?"

"Urgh ! Scusi signor maestro... ma è troppo pesante...non riesco a muovermi" Dopo pochi passi l'allievo del maestro Cheng precipita rovinosamente a terra con tutta l'armatura.

Leo osserva la scena perplesso, poi gli tornano in mente quelle misteriose parole che aveva udito solo pochi minuti prima: "maestro Cheng, forse lei dovrebbe cercare la normalità..."


"Cercare la normalità ? Cercare la normalità ? Dove hai sentito questa espressione ?" Urla il maestro Cheng in preda alla disperazione.

"Ehm...dal maestro Chon...è lui che me l'ha detto" risponde Leo.

"Il maestro Chon ! Ma è proprio lui il mio rivale ! Ha sconfitto i miei migliori allievi e mi ha umiliato davanti alle figlie !" prosegue il maestro Cheng.

"Vedi Leo, nonostante tutta la mia preparazione, e una vita dedicata alle arti marziali, io rimango un uomo normale e in quanto tale ho dei limiti. Invece il maestro Chon è sovrumano ! E' nato invincibile ! Non può esserci competizione con lui !
Però non devo arrendermi, devo perseverare nel mio proposito di batterlo !"


Dopo una settimana di duro allenamento, Leo apprende la tecnica della mano d'acciaio.

"vai Leo ! Adesso hai la mano d'acciaio... trova il maestro Chon e sconfiggilo !"

Leo è orgoglioso delle nuove abilità acquisite. Sa che adesso è più forte. Fiduciosamente, stasera si recherà presso l'alloggio del maestro Chon per lanciargli la sfida e dimostrare il valore della scuola di Cheng.

"Bravo Leo ! Adesso bacia la mano ! Baciala ! Ma non devi baciare la tua mano d'acciaio, devi baciare la mia !"


Quando Leo si reca presso l'alloggio del maestro Chon, fuori dalla palestra, rimane veramente sconcertato. Pensa tra sè:
"e questo sarebbe l'alloggio del grande Chon ? Che tristezza ! Che solitudine ! E dove sono i suoi allievi ?"


Leo si rivolge ad un vecchio cinese che passa con un calesse per raccogliere le ferraglie. "Scusi, ma qui non c'è nessuno ?" domanda.

"Eh ? Ah ! No, il maestro Chon è un uomo molto solo !" risponde il vecchio.

"Ma solo quanto ?" pensa Leo 
"Dove sono le foto con i suoi amici ? I premi che ha vinto ?"


Finalmente Leo trova il maestro Chon.
Il maestro meditava in cima ad una rupe, subito fuori dal suo alloggio.

"E' impossibile ! Non ce la farò mai ad arrivare lì !" pensa Leo
"Non riuscirò mai a salire sulla cima di quella rupe così impervia per sfidarlo, figuriamoci se riuscirò a batterlo in duello !"

"Certo che la vita è proprio strana" prosegue Leo nei suoi pensieri.
"Il maestro Cheng è un uomo normale e vive felicemente la sua normalità, insieme ai suoi allievi e alle sue bellissime figlie. 
Eppure è insoddisfatto della sua condizione e vorrebbe essere invincibile come il maestro Chon. 
Al contrario, il maestro Chon è anormale, sovrumano, invincibile, ma non ha nessuno. Non ha amici, nè allievi, nè fidanzate o figlie. Chissà cosa farebbe per essere normale come il maestro Cheng !"

"Quanto è strana la vita ! Ora capisco cosa voleva dire il maestro Chon quando mi diceva di cercare la normalità... cercare la normalità... la normalità...

Eh sì...ho imparato veramente una grande lezione alla palestra di Chon-Cheng, una lezione che ricorderò per sempre !"

FINE
Storia e disegni di Leo001

Le Storie di Leo - E' finita l'estate


Leo e i suoi amici assistono ad una scena incredibile !
Sulla spiaggia di Ostia sbarcano i pirati !
Barbe lunghe... la benda nell'occhio... il galeone !
Ma non tutto è perduto !
Un possente robot spara raggi ottici per disperderli !
Non riusciranno a farla franca.


Marta è ansiosa di conoscere i pirati !
Andrea pensa già al tesoro: "diventeremo ricchi !!!" esclama.
Leo è più interessato al robot: "deve essere un nuovo super-eroe".


Una volta giunti a riva i bambini si guardano attorno.
"Vabbè, ma non si vede più niente..." dice Marta.
Dov'è il robot ? Dove sono i pirati ?
Però si sentono le voci !
"NON AVETE SPERANZA !" tuona il robot.
"A chi si riferisce ?" domanda Leo.
"Si riferisce ai pirati" risponde Andrea.
"In pratica sta dicendo che non hanno alcuna speranza di farla franca !"




Quello che sta accadendo è troppo fico !
Leo deve per forza dirlo a Marco, il suo migliore amico !
Ma quando raggiunge lo stabilimento vicino, realizza che ormai è troppo tardi.
Lo stabilimento è vuoto.
E' fine agosto e sono ripartiti tutti.
C'è solo un signore anziano, che sta rimettendo a posto gli ombrelloni, i lettini e le sedie a sdraio.
"Marco è partito..." gli dice.
"per quest'anno non lo rivedrai più"



Corri Leo, corri ! Altrimenti neanche Katia la rivedrai più !
Durante le vacanze Leo si era innamorato di una bellissima bambina, Katia.
Però si è dimenticato di chiederle il numero di telefono.
Purtroppo quando raggiunge lo stabilimento di Katia si accorge che anche lei è partita.
E' troppo tardi.
Lo stabilimento è desolato come il deserto del Sahara,
ma in riva al mare si intravede una strana sagoma...
E' IL ROBOT !
Ecco dov'era andato a finire...



"Ciò che appare mostra l'essenziale...e questo è nella sua apparenza" dice il robot.
"robot... robot... devo rivedere Katia ! E' troppo importante per me"
lo implora Leo.
"MA NON AVETE SPERANZA..." risponde il robot.
"Questa è la stessa frase che hai detto ai pirati, che cosa vorrà dire ?" ribatte Leo



Marta e Andrea raggiungono Leo e il robot.
"Leo, andiamo via ! Si sta alzando il vento ! Lascia stare quel robot !" dice Marta.

VUUUH...VUUUH...
Il vento soffia forte...Leo è infastidito e si protegge gli occhi...
ma il robot non si scompone minimamente.


Il robot si gira, dopodichè scompare lentamente immergendosi nel mare. A questo punto i bambini capiscono che l'Estate è proprio finita. Non perchè ricomincia la scuola, nè perchè il Sole va via, ma perchè scompare la FANTASIA !

Quando è proprio il robot, cioè la FANTASIA, a voltare le spalle e ad andarsene, allora è proprio la fine di tutto...è la fine dell'amore... è la fine dell'amicizia... e non rimane più niente... niente... 
NIENTE !!!

Storia e disegni di Leo001



domenica 27 febbraio 2022

Le Storie di Leo - Incrementare la produzione



E' un pomeriggio come tanti altri, quando Leo scende in strada per giocare con i suoi amici. Stranamente l'unico amico che incontra è Andrea, tutti gli altri non ci sono. "Hey Leo, pensa che ci sono fabbriche dove lavorano come matti per produrre i componenti elettronici di questi telefoni" dice Andrea. "Già...ciononostante non riescono a coprire la domanda" risponde Leo




In quel pomeriggio così noioso Leo ed Andrea non si aspettavano di certo l'apparizione di un mostro !
Si tratta di una visione insolita, simile ad una creatura aliena.
Questa volta l'incontro è piuttosto ravvicinato, perchè non è una sagoma fugace sullo sfondo, nè un'ipotesi per sentito dire dagli amici, ma una presenza ostile che richiede la ricerca immediata di una via di fuga.



E' un copione già visto.
Un mostro che li insegue e loro che devono fuggire.
E quel palazzo in costruzione, solido e grigio come l'atmosfera circostante, sarà il loro ultimo rifugio.


Leo non avrebbe mai immaginato di trovare proprio lì il suo amico Gianni.
"Hey Gianni, ma tu stavi qui ? E lo sai che di fuori c'è un mostro ?"
"Leo, dobbiamo sbrigarci a montare le lavatrici...siamo in ritardo con la produzione" risponde Gianni. "Ma queste lavatrici sono così importanti ?" domanda Leo. Gianni risponde:"Devi capire che si tratta di modelli originali. Sono assemblati con elementi scomponibili. Il problema principale delle vecchie lavatrici è che gli utenti non sapevano dove mettere le mani. Quando c'era un guasto dovevano per forza comprarne una nuova. Invece adesso basta sostituire un componente reperibile presso qualsiasi esercizio commerciale"

"Capisco" risponde Leo.



I due ragazzi salgono le scale al buio, attenti a non incespicare, finchè non raggiungono il secondo piano, ancora vuoto e senza illuminazione.
"Leo, vieni a vedere !!!" esclama Andrea.
Attraverso la fessura di una parete, che in futuro diventerà una finestra, si scorge il mostro che si aggira tra le case. "E' sempre lì ! Non possiamo uscire !" dice Andrea. Ma la quiete del secondo piano viene presto interrotta dai passi rumorosi e dal vociferare di un nuovo gruppo di lavoro che sta per insediarsi. Tra questi operai ci sono altri bambini della loro stessa età che vogliono guadagnarsi la paghetta, o anche solamente aiutare i loro genitori nel doposcuola.



"Marta, lo sai che qui fuori c'è un mostro ?" domanda Leo, sorpreso di incontrare la sua compagna di classe. 
"Papà, secondo te queste stoffe vanno bene ?" chiede Marta rivolgendosi al padre "Sì Marta, ma sbrigati. Ci sono venti scatoloni pieni" le risponde il padre.
"Uhmmm... al piano di sotto le lavatrici, e qui una sartoria !" riflette Andrea.
"Ma come fate a lavorare al buio ? Con il chiasso delle lavatrici ? E riuscite a concentrarvi ?" domanda Leo. "Certo !" risponde Marta mentre tira la stoffa con le mani "Non possiamo aspettare che mettano la corrente elettrica, ci basta la luce che viene da fuori"



Nel trambusto generale, tra il chiasso delle lavatrici e gli operai della sartoria, Leo e Andrea tornano allo scorcio sulla parete, ma ormai nulla è più come prima. Nel breve lasso di tempo in cui si sono allontanati, la visuale è stata coperta dalle vetrate di un palazzo. Fino a pochi istanti prima c'erano solo le basse fondamenta in cemento armato, ma in dieci minuti gli operai hanno installato le vetrate che adesso nascondono tutto il panorama circostante. Dove sarà il mostro ? Ormai non ha più spazio per muoversi.



"Ragazzini andatevene, che dobbiamo lavorare !" intima il padre di Marta.

I due ragazzi si convincono che non possono rimanere, storditi come sono dal rumore delle macchine per cucire e delle lavatrici. "E' incredibile ! Sembra che per tutte queste persone il mostro non significhi nulla ! Non se ne curano proprio" osserva Leo. Andrea ci pensa un pò e poi risponde sorridendo:
"Vedi Leo, forse nella società in cui viviamo non c'è più posto per i mostri.
Un mostro ha bisogno di tempo: prima di tutto c'è bisogno di qualcuno che si accorga di lui, che si soffermi ad osservarlo, e già questo è molto difficile, dato che tutti sono indaffaratissimi. Dopodichè è necessario porsi le domande giuste, capire da dove viene, che cosa vuole, ma i problemi della gente oggi sono altri."
"Hai proprio ragione" risponde Leo "In una società dove tutti studiano e lavorano non c'è posto per i mostri. Incrementare la produzione, raggiungere i propri obiettivi. Ecco, questo è' il modo migliore per tenerli lontani. Addio MOSTRO !!!"

Fine
Storia e disegni di Leo001