Amici, nella sezione scientifica del blog ci siamo già occupati del genere umano.
In precedenza abbiamo preso in esame una caratteristica, lo sviluppo dei muscoli addominali, che distingue la nostra specie dagli altri mammiferi e dai rettili, che non hanno fasce muscolari come le nostre.
La tipica struttura a "tartaruga" del ventre è un tratto distintivo degli esseri umani e in questo post https://sciencefictionleo.blogspot.com/2018/08/scienza-il-mistero-dei-muscoli.html abbiamo provato a darne la spiegazione.
In precedenza abbiamo preso in esame una caratteristica, lo sviluppo dei muscoli addominali, che distingue la nostra specie dagli altri mammiferi e dai rettili, che non hanno fasce muscolari come le nostre.
La tipica struttura a "tartaruga" del ventre è un tratto distintivo degli esseri umani e in questo post https://sciencefictionleo.blogspot.com/2018/08/scienza-il-mistero-dei-muscoli.html abbiamo provato a darne la spiegazione.
Ora vorremmo discutere una caratteristica altrettanto interessante, anzi, per molti di voi, lo sarà ancor più. Il genere umano è l'unico intelligente, a quanto pare. Si potrà obiettare che le altre specie viventi hanno un comportamento più intelligente del nostro e che il loro ciclo vitale è regolato da algoritmi più efficienti dei nostri. Questo è sicuramente vero, non solo per le specie viventi, ma anche per quelle non viventi: tutti, dalle particelle nucleari, alle rocce, ai fluidi, sono più bravi di noi nel fare il proprio mestiere.
Indubitabilmente però, il nostro cervello è diverso.
La nostra corteccia cerebrale è molto più sviluppata, e questo ci consente l'espressione linguistica, logica, artistica e la capacità di manipolare l'ambiente che ci circonda, rendendolo artificiale. I filosofi e gli psicologi aggiungono poi la moralità, il senso di responsabilità, la consapevolezza di noi stessi, di Dio, della vita e della morte, e tante altre belle cose che non stiamo qui ad elencarle tutte.
Indubitabilmente però, il nostro cervello è diverso.
La nostra corteccia cerebrale è molto più sviluppata, e questo ci consente l'espressione linguistica, logica, artistica e la capacità di manipolare l'ambiente che ci circonda, rendendolo artificiale. I filosofi e gli psicologi aggiungono poi la moralità, il senso di responsabilità, la consapevolezza di noi stessi, di Dio, della vita e della morte, e tante altre belle cose che non stiamo qui ad elencarle tutte.
Il problema centrale è capire come si concilia l'intelligenza con la selezione della specie, in quanto si tratta evidentemente di una caratteristica sfavorevole.
Sì, l'intelligenza è sfavorevole alla selezione naturale, perchè più gli organismi sono stupidi e insensibili, più sono adatti a sopravvivere.
I coccodrilli, i ragni e le piante carnivore non ostentano grande sensibilità e intelligenza, proprio per questo esistono da milioni di anni e non accennano ad estinguersi. Noi, dopo pochi secoli, ci stiamo già autodistruggendo con le guerre ed il degrado ambientale, senza contare l'irregolarità nel processo di accoppiamento: nella maggior parte dei casi siamo talmente complicati e "choosy" da rimanere single, pur godendo di buona salute. Oltretutto gli esseri intelligenti risultano più fragili e propensi al suicidio.
Adesso quindi, cercheremo di capire come sia possibile che una mutazione genetica sfavorevole, l'intelligenza, si sia diffusa uniformemente in tutto il genere umano.
Ebbene, io ho trovato la seguente spiegazione, che mi sembra l'unica plausibile:
gli esseri intelligenti si sono diffusi maggiormente perchè facevano più sesso, cioè si accoppiavano di più, quindi si sarebbero riprodotti e propagati più velocemente, nonostante la mutazione sfavorevole. Ma perchè gli intelligenti facevano più sesso ?
La maggior parte degli animali segue un rituale specifico per l'accoppiamento, che viene portato a termine in una determinata stagione dell'anno, che sia la più compatibile con le circostanze di una futura concezione. Al di fuori del periodo stagionale, l'animale perde interesse e l'accoppiamento non si verifica.
Invece gli esseri intelligenti, poichè dotati di memoria, sin dal principio continuavano a ricordare la gioia e il piacere provato con le compagne, di conseguenza cercavano continuamente di sedurle per ripetere le medesime circostanze, anche fuori dal ciclo stagionale. Il risultato di questo processo è che gli intelligenti facevano più figli, perchè si accoppiavano continuamente, mentre i non intelligenti, privi di memoria, dovevano aspettare il periodo stagionale, perchè non ricordavano il piacere provato, nè sapevano ricrearne le ambientazioni con la fantasia.
Il prossimo disegno spiega bene il concetto espresso.
In "Figura A" vediamo due coppie di ominidi durante la stagione degli amori.
In "Figura B" vediamo che la stagione degli amori è finita.
Il maschio della prima coppia perde interesse per la compagna e torna a raccogliere le bacche dall'albero. Il maschio della seconda coppia invece ha un cervello più sviluppato: nella sua mente rivive gli istanti d'amore con la compagna e cercherà di sedurla anche dopo il ciclo stagionale. Non tutti questi tentativi andranno a buon fine, ma in linea di massima nasceranno più bambini intelligenti che non intelligenti.
Questa spiegazione darebbe risposta anche ad altre domande, per esempio al fatto che noi umani abbiamo i genitali più grandi rispetto a quelli degli altri primati e al fatto che abbiamo perso molte caratteristiche stagionali.
Però una domanda che adesso si pone è per quale motivo l'intelligenza avrebbe attecchito sui primati e non su altre specie, come i felini e gli insetti.
La risposta a quest'ultima domanda consiste nell'osservare che l'accoppiamento, per queste specie menzionate, si avvale di stimoli olfattivi, uditivi e flash luminosi, piuttosto che visivi della luce riflessa. Questi tipi di stimolo risultano sgradevoli al termine della stagione amorosa, pertanto un felino, o un insetto intelligente, che li ricordasse, ne trarrebbe disgusto e non sarebbe incentivato a riaccoppiarsi.
Però una domanda che adesso si pone è per quale motivo l'intelligenza avrebbe attecchito sui primati e non su altre specie, come i felini e gli insetti.
La risposta a quest'ultima domanda consiste nell'osservare che l'accoppiamento, per queste specie menzionate, si avvale di stimoli olfattivi, uditivi e flash luminosi, piuttosto che visivi della luce riflessa. Questi tipi di stimolo risultano sgradevoli al termine della stagione amorosa, pertanto un felino, o un insetto intelligente, che li ricordasse, ne trarrebbe disgusto e non sarebbe incentivato a riaccoppiarsi.
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